12 Giu

In pratica succede questo: a me, i racconti cosiddetti sessualoidi, fanno ridere. Niente, non c’è nulla che mi suscita più ilarità di questi scrittori sgrammaticati che si smanazzano alla luce fioca delle loro pruriginose stanzette partorendo migliaia e migliaia di parole a casaccio per eccitare il lettore. Chi conosce il blog sa di cosa sto parlando, chi non lo conosce mi avrà accanto mentre legge: SONOQUELLATRAPARENTESIVESTITADIROSA.  Buona lettura.

ps. Il racconto è preso a casaccio dal web, non intendo ASSOLUTAMENTE denigrare l’autore dell’opera che non conosco e non so chi sia, né dove si smanetti abitualmente per creare un così meravigliosamente eccitanterrimmo ma wow, davvero hot racconto.

L’estate di quell’anno fu calda (di solito mettiamo le sciarpe), le spiagge erano piene(belle grosse),tra dieci anni arrivava il nuovo millennio (e ci dobbiamo pensare adesso?), c’era un ottimismo nella gente (uno soltanto che poi nella macchina non ci entra l’ombrellone),il boom economico continuava (anelloni d’oro sui mignoli) ,anche Maria era ottimista verso gli anni a venire (e verso quelli ad andare?) ,era bella, vedeva gli uomini voltarsi al suo passare (ha gli occhi dietro la schiena dunque) ,quando usciva con la zia Rosalia li vedeva sbavare (mi pare riduttivo),ognuno di loro avrebbe pagato solo per vederle nude. (io per non  vederle)

Lei amava sua zia,era come lei,le piaceva il sesso (uuh le ninfomani parentali) ,lo faceva con chi gli andava (se se, TE PIACEREBBE) ,anche Piero e sua madre (e chi sarebbero Piero e sua madre?) ,pensò che era un vizio di famiglia (quindi siamo dentro la sua testa). Come una settimana prima (grazie della precisazione)  quando lei e suoi zii fecero godere Barbara (ssssh muti, che ve frega chi è quest’altra) ,la fecero gridare di piacere (un’associazione a deLINGUAre) ,con la presenza  (autorevole, peraltro) di Piero lei (lei chi?) dimostrò la sua vera natura,si comportò da puttana (non cominciamo ad offendere adesso) ,tenne per buona parte della serata (un’oretta, un’oretta e mezza)  il cazzo di Piero (oh, ma che piacere conoscerLa) dentro di lei,gli diede tutti i buchi (ANCHE QUELLI NELL’EMMENTAL? ),a loro lasciò le bricciole (oh ma che pecato, con una c) ,ma fu una bellissima notte (arriva la poesia me lo sento), sua zia si dedicò solo a lei facendola godere a ripetizione (e a rallentatore). Barbara partì 2 giorni dopo (CHE ORGASMO!) con la promessa di rivedersi a Milano (sarà un caso che la città abbia un ano nel nome?) ,quando aveva scoperto che i coniugi erano gli zii di lei  (KOSA KOSA KOSA?!! )si era accesa dentro di lei (il fuoco di Sant’Antonio)  una eccitazione da guinness (DEI PRIMATI, nel senso, delle SCIMMIE) ,il pensare (che delizioso italiano)  che stava facendo sesso (ma non era partita?) con gente dello stesso nucleo famigliare ,fece uscire il suo lato di femmina da letto. (DA QUALE BUCO?)

Ormai era passata una settimana ed era esattamente il tempo che lei (un leichi? sempre doveroso) non aveva più fatto sesso (di questo me ne dispiaccio terribilmente),visto (e considerato) che Rosalia aveva seguito suo marito Piero (e fin qui) che per lavoro sarebbe stato 10 giorni fuori,così aveva voluto seguirlo (avevamo già capito una riga fa),Maria fu costretta (nel senso presa e portata di peso? )ad andare a casa dei nonni. (di Maria non sappiamo neanche cosa c’entri in tutta questa storia figuriamoci chi siano i nonni, ma tant’è)
I suoi nonni erano una coppia ancora giovanile,lei 64,non molto alta,magra al punto giusto (e grassa in quello sbagliato? ),il seno appena cadende (tu vuole doccare mio seno gandende?) ,si curava (seguita da uno specialista, spero) ,sempre elegante (come tutte queste virgole del resto) ,mentre suo nonno 66 anni (ma che bel nome!),ancora lavorava (feroce critica al sistema pensionistico) ,alto 180 (ahpperò),non grasso,(magro al punto giusto,vorrai dire) sempre gentile (mi sono innamorata),quando lo vedeva (chi?)  sentiva qualcosa dentro di lei (it is called DEFECAZIONE) ,ricordava il racconto di sua madre dell’incesto in giovane età di lei e sua sorella con lui (ALT! CHE COSA? ASPETTATE RAGAZZI LO RISCRIVO PERCHé NON HO CAPITO) ,ricordava il racconto di sua madre dell’incesto in giovane età di lei e sua sorella con lui (ma la mamma di chi? e perché raccontare ad una figlia un incesto per giunta tra parenti, sono orripilata!)

,la sua curiosità ( MA DI CHIIIIIIIIIIII) la turturava,lo spiava. (in pratica, questo io ipotetico, spia il proprio nonno perché ha fama di essere un incestuoso personaggio ambiguo, che trama, signori. KE TRAMA!)

quando era in casa seguiva ogni sua mossa (n’esercitazione militare, praticamente),erano tre giorni (ehi, ma qui i giorni volano..) che dormiva a casa loro e non aveva mai avuto modo di ascoltare e sentire rumori provenienti dalla loro camera. (Beh, ma se dormiva)
Sua nonna aveva voluto che prendesse la camera che era stata delle figlie,di fianco la loro,lei la sera a volte non cenava neanche (wow, come Marco Pannella!)  per lasciare a loro momenti d’ intimità, quando rientrava la notte (perché rientrava di notte?) cercava di non fare rumore (ma che assurdità) ,ma gli sarebbe piaciuto (GLI? ma CHIIIIII) vederli fare sesso o vederli nudi. (Sigmund Freud? ciao sono io, appena puoi scrivimi che ti devo far leggere una cosa.)
Una sera che rincasò presto per un temporale estivo (mi sbaglierò, ma questa frase non mi pare suoni tanto bene) ,pensando di trovarli ancora davanti la tv,rientrò (quindi rincasare non andava bene?),aprì la porta senza fare il minimo rumore (un’equilibrista),vide le luci spente nelle camere,si portò verso la sua (senza dimenticare neanche una virgola),passando innanzi a quella dei nonni (ooook),la porta era chiusa (va beeene),si fermò poggiò un orecchio ad origliare  (POGGIARE UN ORECCHIO AD ORIGLIARE, come sempre scrittura snella ed efficace) alla porta ma non sentì niente.
Stava per aprire la sua di camera che sentì qualcuno in bagno (mi sbaglierò, ma questa frase non mi pare suoni tanto bene) ,entrò in camera lasciando la porta semichiusa da dove poteva vedere chi passava senza essere vista (scaltra come poche) ,sentì chiudere la porta del bagno (USSIGNUR, ALBERTO STASI!) ,senti dei passi a piedi nudi (bisogna essere dei professionisti per sentirli) ,poi la vide,sua nonna Angela nuda che sicuramente andava a letto (CIAO NONNA ANGELA, TI STIAMO GUARDANDO ANCHE NOI!) ,invece sentì che andava oltre la soglia della loro camera. (ma questo prodigioso senso dell’udito che si estende nello spazio?)
Sporse la testa e la vide andare in cucina (le tette CADENDI segnalavano il percorso come i campanacci delle mucche),trovò che il culo di sua nonna un po basso grassottello ma uguale a quello di sua madre (di questo siamo molto felici e anche inteneriti dalla descrizione mai banale), la vide aprire la porta e dire..eccomi stallone mio.. (bella la resa del discorso diretto, davvero scritto con cura)sentì la voce di suo nonno Giuseppe..su vieni a sucare. (Realistico. Come se fossero due barboni fatti di crack nell’ultimo vagone della metro)
La nonna entrò (dove non l’ho capito, ma di fatto è entrata),lei si avvicinò alla cucina (NONNA=CUCINA mi pare corretto) pregando che la nonna avesse lasciato la porta succhusa (ne dubito, io stessa non saprei come succhudere qualcosa) sentì che il suo corpo si riscaldava (ma questa cos’è, una pranoterapeuta?),sentì chiaramente la sua fica pulsare (proprio un rumore costante e determinato, chiaro, come i treni quando frenano)le sembrò che si stava già bagnando solo al pensiero di vederli scopare (per gli altri è certa delle sensazioni e per se stessa non è sicura?),era una settimana che non faceva sesso.  (ma ‘nte vergogni?)
Quando fu alla porta si rese conto che la nonna l’aveva accostata (che bricconcella, vuoi vedere che la nonna l’ha fatto di proposito? eh, autore? T’ho sgamato),lei non poteva aprirla altrimenti si sarebbe tradita, (MA SFONDA TUTTO CON UN CALCIO almeno ci divertiamo noi lettori) si chinò a guardare dal buco della serratura (oh Dio del Cielo, che cliché),di fronte a lei gli(!!!!!!!)apparve il culo di suo nonno (autore spero che ti sei almeno un po’ vergognato a scrivere questa cosa sui nonnini che sono la parte più tenera della società nel nostro immaginario),vedeva la testa di sua nonna muoversi tra le gambe di lui (ma le gambe sono più in basso eh) ,ma aveva suo nonno che con il suo culo(non male,pensò) (ehi, qui le parentesi le faccio io!) gli (LEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE) impediva di vedere la faccia di sua nonna ma soprattutto (cosa più importante) il cazzo di suo nonno. (Autore non possiamo fermarci, qui? Davvero)

Guardava dal buco (io mi sto confondendo con tutti ‘sti buchi,adesso),iniziò a toccarsi,sentì suo nonna dire (ancora più confusa) ..che lingua che hai ,sei una pompinara nata..(ma in che reparto si nasce così?) vide che teneva la testa di sua moglie con le mani (oddio, è passata a miglior vita Nonna) ,la nonna gli rispose..e tu hai il più bel cazzo che io ho visto e provato in vita mia…(voti matrimonali pronti, chiamate il Prete)
Giuseppe-..certo che tu ne hai visti e provati tanti,vero troia.. (il che significa che lei è un… un corn…cornu…)
Angela-.. si ma mai come il tuo,adesso fottimi.. vide sua nonna alzarsi e piegarsi sul tavolo (Nonna Angela,  già che è al tavolo: due tagliatelle fatte in casa no?) che era di lato a loro offrendogli il culo che aprì con le mani. (Posso garantire che in dotazione è gia diviso, però)
Suo nonno si avvicinò (ma dov’era?) ed inziò a leccare da dietro sua moglie che diceva..mettilo dentro,voglio sentirlo tutto.. (ma qui stiamo sfidando le barriere fisiche arcinote dell’età avanzata)
Quando Giuseppe si posizionò di lato potè vedere il cazzo(primo caso al modo di PENE LATERALE) ,gli apparve una nerchia gigantesca (UN TOTEM tribale) ,lungo e grosso (Enlarge your penis!),lei non aveva mai visto un cazzo così grosso (basta disegnarne uno eh) ,sentì la sua bocca riempirsi di saliva(un lama) ,avrebbe voluto leccarlo ,pensò al cazzo più grande che aveva visto fino ad allora (rapide slide in successione febbrile dentro il lobo frontale) ,senza dubbio era quello di Gino (ah vabbè, ma quello lo abbiamo visto tutti) ,ma quello di suo nonno era molto più grande (ma siamo sicuri non sia una malattia?),si ritrovò con le dita nella sua fica (ELLOSAPEVOIO),si ripromise di non fiatare per non essere scoperta. (MA FIGURATI SE QUEI DUE VECCHI CE SENTONO) 
Vide quel palo di carne (ma smettiamolaaa)  scomparire piano piano dentro sua nonna  che gridava..(AIUTO) mamma mia quanto è bello..(autore, ANCHE MENO) la sentiva gemere (gridare più gemere= RANTOLO) ,sentiva i gemiti di piacere di lei (abbiamo capito signora, può anche smetterla adesso, le si secca la gola) ,pregava il marito di non fermarsi mai (tu marito a momenti ce resta) ,diceva di fotterla come una delle sue puttane (WOW, citazione di GABRIEL GARCIA MARQUEZ) ,diceva che stava venendo in continuazione pregandolo di non fermarsi (ammazza è finita a discussione ormai) ,di quante donne insieme poteva contentare con quel cazzo (ma è na domanda o un augurio un rimprovero?) ,che ogni donna avrebbe dovuto avere un cazzo così per godere. (Scrivo all’INPS) 
Sentì lui che gli (LEEEEEEEEEEEEE) diceva che anche donne aperte come lei non ne aveva trovato molte (è na telefonata ormai) ,così trioie ( ah ha!) ,neanche Lucia e Agata (Cit I PROMESSI SPOSI)  le sue amiche che si era scopato erano aperte come lei. (nse trova la chiave da nessuna parte insomma)
Fotteva il nonno,fotteva, ( da leggere con queste virgole) si muoveva in sua nonna  come nell’olio (chi non si muove nell’olio, una volta nella vita) ,lei gemeva e gridava i suoi orgasmi (GRIDAVA: ORGASMIIIIIIIIII) ,osannando il cazzo di lui. (ormai ha soppiantato Scientology)
Fu allora che mentre la mano si era bagnata (quindi 6 mesi fa) dei suoi umori ,che sentì mancarsi sulle gambe  per l’orgasmo (BARELLA PER QUEST’ALTRA) che giurò che quel cazzo sarebbe entrato nella sua fica (raga, fate passare, permessooo.. prego) ,come sua mamma e sua zia.
Quando si chinò di nuovo a spiare dal buco (cogliendo l’occasione per fare workout) ,vide che suo nonno tirava fuori il grosso cazzo (CHE FATICA) che colava degli umori di sua moglie (e che è, il 12 verdure dell’Eurospin?),lo scappellò (ma viene da questo termine la parola SCAPPELLOTTO?)con la mano piena di umori inumidì nel solco di sua moglie. (Ma se gli umori sono di tua moglie, che devi inumidire? SCUSATE EH)
No,non era possibile ,pensò l’avrebbe rotto il culo con quell’arnese (autore ma lo capisci che non è realistico far parlare così una ragazza CHE GUARDA I SUOI NONNI?????) infatti sentì chiaramente sua nonna dire..non ho portato la crema,aspetta,vuoi spaccarmi il culo? (non ce la faccio, è troppo anche per me)
Sentì lui dirgli (ARRRRRRRRRRRRRG)  che  doveva sborrare (col tono di uno che si scusa perché deve andare in bagno),allora lei le disse di andare in camera dove aveva la crema, (e di non mettere a soqquadro il cassetto che altrimenti glielo avrebbe fatto rimettere in ordine a pedate)

Maria fu lesta a raggiungere la sua camera, li vide passare,sua nonna gli teneva il grosso cazzo con una mano tirandolo dietro di se. (e suonando il clacson ad ogni curva)

Quando furono dentro lei uscì avvicinandosi alla soglia( e con questa sono 10 volte che hai scritto Soglia)della loro porta,la luce era accesa, (al buio quel vecchio chissà cosa avrebbe violato )sentì i gemiti di sua nonna (ancora, mi sa che a scuola di racconti erotici la prima lezione è: DOVETE SCRIVERE GEMITO, GEMITI, GRIDOLINI e il racconto è mezzo fatto)si affacciò e vide sua nonna che succhiava quello che poteva del cazzo di lui (ormai la dentiera cominciava a dare i suoi seri problemucci)mentre era intento a spalmarle la crema nel solco (perché non  FAGLIA DI SANT’ANDREA?)

,vide sua nonna che dopo averlo insalivato bene (retaggio culturale di donne che sono cresciute facendo il sapone) ,spalmò la vasellina anche sul cazzo di lui,specialmente sulla cappella,poi la vide mettersi due cuscini sotto la pancia.. (ma prima ebbe l’accortezza di ripiegare per bene i centrini da lei realizzati con immagini di serenità campestre)

sfondami il culo adesso…. (questa bella frase la lasciamo qui tutta da sola a bucare lo schermo)
Vide inculare sua nonna con una lentezza estrema (è l’infarto, autore, ti sta morendo il protagonista),tra gridolini(AHAHAHAHAHHA LO SAPEVO CHE SPUNTAVA GRIDOLINI)di dolore,ma con esperienza di lei il suo sfintere venne slargato da quel grosso cazzo (in pratica si stanno operando chirurgicamente da soli),quando iniziò a muoversi nel suo culo la vide che con una mano si limava la fica (ed io che pensavo “limare” fosse un verbo a modino),ma anche lei si ritrovò a masturbarsi di nuovo.
::sborrami addossoooo..gridò sua nonna ( autore,sei un segaiolo da DUECENTO LIRE),Giuseppe tirò fuori il suo lungo e grosso cazzo (ormai è un’unica parola LUNGOEGROSSOCAZZO s.m.)ed una pioggia di spruzzi (come quando parte il frullatore a tradimento)inondò le chiappe (ma come le chiappe, ma dove siamo, dentro un cinepanettone?)e la schiena di Angela ( e mo vediamo chi la SCROCCHIA) che con un dito la raccoglieva e lo portava alla bocca.  (sì, sì, e poi la troupe ha gridato STOOOOOOOP, BUONA)  

Rimase ad ascoltarli (sempre dal buco della serratura),sentì infatti che il giorno dopo sarebbero stati in spiaggia (la spiaggia, che ricordiamo, tra dieci anni entrerà nel nuovo millennio e dove regna un solo ottimismo)insieme ad una delle amiche di sua moglie, Agata.  (ci saremo anche noi)

Angela gli disse che se volevano fare sesso poteva portarla a casa (magari imbavagliata e svenuta con una botta in testa?),Maria inziò a pensare ad un suo piano per non mancare,perchè quel cazzo l’aveva stregata. (anche noi ormai un po’ gli vogliamo bene)
Non mancò di pensare (no di certo) che nella famiglia dei nonni (non è anche la sua?)il sesso piaceva a tutti,sua nonna invitava suo marito ad andare con le sue amiche, quindi pensò che suo nonno non si sarebbe fatto degli scrupoli con lei,doveva solo provocarlo o trovarlo a fare sesso con Agata. (in pratica questo è un CLIFFHANGER altamento riuscito)

Nella sua camera nuda davanti allo specchio si aprì con due dita la fica (e le altre 3?),passò la lingua sulle labbra (quali?),poi si guardò in viso sorrise,mentre un dito (IL POLLICE, IL POLLICE!)entrava nella sua……. (HO CANCELLATO L’ULTIMA PAROLA, COSI VI LASCIO CON IL FINALE APERTO!)

Spero vi siate divertiti, io immensamente dal momento che più la vita ci dà prova della stupidità umana e più il varco da dove sgorga SI SLARGA producendone di nuova.

Imby

Ancora tu, ma non dovevamo vederci più?

10 Feb

Signori,
oggi provo a fare quello che non ho ancora osato fare: leggere insieme a voi non un semplice racconto erotico scarno come la Simmenthal nelle lattine piccole, bensì un testo con un valore aggiunto e cioè a dire: RACCONTO PORNOGRAFICO POETICO sottotitolo “i racconti mai pubblicati di Giacomo Leopardi”

 

“Sull’asta. Atto secondo.”

Da lei ricevetti uno sguardo eloquente ( sai quando fai l’occhiolino e sei anche strabica? Ecco, così), da quegli occhietti troppo vispi (l’irrinunciabile fascino vispo della multidirezionalità oculare di Venere), e ancora me la vedevo negli occhi, come assente (ma cosa siete due bulbi oculari in  soluzione salina nei barattoli dell’università?), quando avvertii la sua mano alla cerniera (oddio! si sveglia di soprassalto), lavorare decisa e abbassarmi i pantaloni (lavorare decisa? Che cavolo hai, i pantaloni d’amianto?). Dalle mutande scorse (le mutande scorse? CAMBIATI SCHIFOSO) il mio sesso…..

La gonnellina scozzese, riquadrata (riquadrata di cosa? perché dici riquadrata?) a scacchi biancastri (bianco sporco) e marrone terriccio (terra sporca) le stondava (STONDARE, signori) il culo (STONDARE IL CULO, anzi) e per contrasto (virgola), pareva che facesse più nitido il volume carnoso delle cosce (era una gonna realizzata in carta forno), incuneate (ATTENZIONE COSCE INCUNEATE, regala un’immagine di comodità e relax) dentro morbidi collant d’un grigino azzurrognolo (Sì, Mattia, grazie  qui a Lambrate cielo di un grigino azzurrognolo, a te la linea in studio). La sua lingua era irrefrenabile (un cane che beve dalla scodella) e sempre col palato assumeva anche le posizioni più inusuali (cos’è una ventriloqua?), a produrre vesciche gonfiate d’aria (= una pernacchia?) che parevano scoppiare al cogliere del significato che portavano (non ha così tanto senso che non riesco neanche a fare una battuta), realtà materiale di meri segni grafati (MABBAFFANCULO, e poi che cosa vuol dire GRAFATI?). Mi inondava con banali concettini (tipo quelli testè enucleati) che mi sbattevano sul muso, d’una vivacità incurante (MA COSA? DIAMINE, COSA?), osservando io eccitato il suo volto (CLICCA), e pensandolo pieno del mio seme, bagnato (mezz’ora di pappardella pseudo metafisica per la solita porcata machista, andiamo avanti.). Nella per lei (classica narrazione veloce) animosa discussione (autore ti rendi conto che non ci hai detto nulla e quindi dovresti evitare di costruire mezzo racconto su DISCUSSIONE? te lo devo dire io, porco giuda, che sono qui insieme ai miei amici loschi che vogliamo fare i guardoni?) mi s’era talmente avvicinata che avevo finito per sfiorarle con il braccio il seno morbido (lei ti agguanta l’attrezzo e tu ti preoccupi di sfiorarle il seno? really?), d’una consistenza voluttuosa (una Saint Honorè, praticamente) , e nel passare dietro a lei (non si capisce nulla, cos’è lei, un valico?), nello spazio esiguo in cui stazionavamo (SOTTO LA PANCA LA CAPRA CREPA, O è una pecora?), alla fine della chiacchieratina (boh, ragazzi, che vi devo dire? non l’ho scritto io), il mio cazzo palpò (dai che stiamo scadendo, questo vogliamo!) incidentalmente il suo culetto (ANDATE IN GIRO A PALPARE INCIDENTALMENTE, SU), sfregandolo eccitato. Da lei ricevetti uno sguardo eloquente (ARIDAJE), da quegli occhietti troppo vispi (NATAVOT), e ancora me la vedevo negli occhi (E ANCORA NOI L’ABBIAMO CAPITO), come assente (ma sto rileggendo da capo?), quando avvertii la sua mano alla cerniera, lavorare decisa e abbassarmi i pantaloni (a questo punto chiamate i pomperi e fatevi aiutare). Dalle mutande scorse il mio sesso rigonfio, lo palpeggiò per certi attimi (cerca di essere più dettagliato almeno, quali attimi?), atteggiando le dita come a masturbarmi (ma non lo stava facendo veramente, che pare brutto poi), poi celere lo sfilò e se lo mise in bocca (AH MA CHI L’AVREBBE MAI DETTO CHE SAREMMO ARRIVATI A QUESTO PUNTO!). Chiusi gli occhi e a tentoni cercai la sua testa e trovatala (TROVATALA! ho cambiato autore, ma i termini sono quelli!), coi capelli neri tra le mie dita (eh! eh! non barare hai detto che hai chiuso gli occhi, come fai a dire che i suoi capelli sono neri?), la spinsi verso di me (ma perché se n’era andata?), assecondando il gesto con un movimento deciso del cazzo (op op pene!), pulsante violaceo lubrificato (NUCLEARE DEAMBULANTE TROTTORELLANTE) dalla sua boccuccia vermiglia. Me la scopavo audace in bocca (ma che fatica però, mezz’ora di stronzate), quando lei, alzatasi senza interrompere il movimento altalenante sull’asta svettante (e come d’un tratto è partita questa musica di sottofondo MUSICA!) , prese e s’abbassò la gonnella (evvai!), srotolando i collant e infilando il mio cazzo nella sua fica umidissima (srotolando il cazzo e infilando i collant, sesso protetto please). Mi introdussi nel maglioncino violaceo con ambo le mani sporte(voglio andare in giro con le mani sporte, io, da oggi in poi), a carpire voglioso le tette, accelerando con forza il ritmo dell’amplesso (wow, che maschione, siamo tutti eccitati adesso), e palpandole rapido le belle cosce (perché rapido, avevi paura ti scoprissero?), mentre il membro fotteva la sua bella vagina bagnata. (MAMMA, TI SEI ADDORMENTATA? ADESSO TI RACCONTO IL MEGLIO “allora dunque, mentre il membro fotteva la sua bella vagina bagnata..)

Continuammo così per un bel pezzo (al punto che fuori il coro intovana Jingle Bells no?), poi lei sonoramente (petò, ah no) giunse all’orgasmo, gemendo come una cagna in calore (un’altra immagine idiota, ché le cagne neanche lo fanno tutto sto cinema), e io lo sfilai dalla sua fica (alzando la Coppa del Mondo al cielo), voltandola per cogliere l’akmé (il cosa?) schizzandola sul volto: due, tre (multipli di 4) sussulti le presero le labbra, e le guanciotte rosa, con altri schizzi arrivai alla fronte e ai capelli (ed è partito l’applauso di una entusiasta Arena di Verona), unti del mio sperma. E lei ingoiava , e con la mano si portava alla bocca il frutto del mio fiotto caldo (ma cos’è una zuppa calda invernale? alla fine lei esce anche un crostino di pane dal reggiseno?) , sparso sul suo visino. (e finisce così insoluto il rutto di uno che ha ancora parzialmente digerito)
 
 
Lascio questo racconto ai posteri, non saprete fare di peggio, vi auguro.
 
Per complimenti all’autore: http://www.ewriters.it/leggi.asp?W=70068
 
si ringrazia @pussibility per la segnalazione.

#Moreno

3 Ott

In questo disastro italiano economico, politico e culturale  arriva #Moreno che con la sua “lungimiranza”  darà speranza al nostro futuro.

Dunque… (Orbene…)
Moreno aveva deciso…
Quella era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso… (ok)
Va bene le sconcezze con perfetti sconosciuti in chat. (Perfetta questa frase, e c’è pure il punto alla fine a confermarlo)
Però vederla fare giochi erotici alla webcam (Obiezione, vostro onore! qui stiamo parlando di abusi sessuali su una webcam, è rivoltante) con quel ragazzo dal membro turgido che si masturbava mentre Giusy, la SUA Giusy, (attenzi0ne perché adesso arriva un’immagine importante) si infilava il manico di una spazzola su per la passera  seduta sopra un vibratore acceso alla massima potenza (che a sua volta era posizionato sopra una mietitrebbia lanciata alla velocità costante di 120 km/h) , era decisamente troppo… (stupido)!!!
E così, il giorno dopo, al lavoro, in pausa pranzo, (aspettando che finissero le virgole) nella mensa dell’azienda metalmeccanica nella quale Moreno lavorava come operaio specializzato, si accordò con l’amico Valentino…
“Senti!!! (l’avrà fatto spaventare!!!) Ora sono stufo che Giusy faccia la porcella con tutti quelli che le capita di agganciare in chat...(puoi anche dire sono un cornuto eh)!!! Tu hai la possibilità di utilizzare Msn dal tuo iPhone???”(no, posso solo fare le chiamate d’emergenza), dice Moreno all’amico.
“Che domande mi fai caro??? (tanti punti interrogativi) Certo che posso!!! (tanti punti esclamativi) Il mio gingillino mi fa pure il caffè se voglio!!!”, risponde Valentino.
“Allora vedi di agganciarla oggi pomeriggio!!! (ancora esclamazioni, è un fumetto praticamente) Lei si collega in chat dalle 14… Il suo account è coscebollenti@live.it (quale gioia, qual gaudio)
Tu contattala e convincila ad aggiungerti come amico!!!”, inizia a dire Moreno (inizia? cos’è, un dislessico?), “Non ti preoccupare. (mai stata così tranquilla) Non ti ci vorrà molto per agganciarla (è una cornetta telefonica umana lei)!!! E’ molto facile entrarle nelle mutandine in questo senso!!!” (se entri nel senso inverso c’è la rimozione forzata più la multa e anche qualche scappellotto)
“Va bene!!! E poi, una volta agganciata???”, domanda Valentino. (esci fuori dalla cabina e vai al bar)
“Semplice!!! Le dirai che vi sentirete stasera. Tu verrai a casa con me, alla fine del turno, ti metterai in attesa in garage e, quando lei ti contatterà entrerai in casa. (una cosa che non ha affatto gli estremi per essere un reato eh) Ti lascerò la porta aperta io.  Te ne starai per qualche minuto in corridoio e quindi, quando la situazione si sarà fatta bollente (getterai la pasta), la prenderai di sorpresa arrivandole da dietro e comincerai a realizzare le sue bollenti fantasie sessuali…!!!(dopo, ovviamente, essersi ripresa dall’infarto.)“, dice Moreno. 
Detto questo ognuno dei due amici (ognuno dei due amici, quindi sono in 4) torna alle proprie mansioni…
Moreno alla catena di montaggio (virata sul proletariato operaio) e Valentino dietro la scrivania nel cubicolo del suo ufficio in amministrazione. (feroce critica ai signori capitalisti)
Alla fine del turno Moreno esce e raggiunge la propria auto. (in elicottero)
E’ convinto di trovarvi l’amico ma, con sua sorpresa, si trova davanti due persone. (questo presuppone che l’amico non sia una persona)
Oltre a Valentino, ad attendere il suo arrivo c’è anche la segretaria d’amministrazione, notoriamente dell’altra sponda e molto maiala a sua volta (questo è il cognome), Francesca.
“Spero non ti dispiaccia ma quando ha visto cosa stavo facendo (cos’ha visto?) Francesca ha detto che le sarebbe piaciuto unirsi al gioco…!!!”, dice Valentino all’amico. (l’autore puntualizza perché giustamente non si fida del nostro acume)
“No, tutt’altro!!! (NO virgola TUTT’ALTRO esclamazioni, è meraviglioso da leggere) Così forse, con due rapporti in una sera, Giusy la smetterà di abbordare gente in chat!!!” (e tu di usare punti di esclamazione disperatamente), dice al settimo cielo Moreno. (che però non era stato invitato)
“C’è un problema però…”, inizia ancora a dire Moreno. (questa cosa di usare il verbo iniziare per introdurre il discorso di qualcuno, ma perché? quanto ci vuole a dire una frase?)
“Intendi dire come farò a chattare con la maiala della tua fidanzata ??? (no ti voleva chiedere come la mettete con le malattie veneree) Nessun problema… Ho un iPhone nuovo di pacca (l’ha rubato, quindi) e oggi mi sono messa in contatto con la tua fidanzata… Mamma mia che razza di cavalla vogliosa che è (no, spiegaci, quale razza è?)!!! Ed ha anche una voglia matta di sperimentare rapporti lesbo…!!! (la gioia che promana da tutte queste esclamazioni è contagiosissima)“, dice Francesca.
Arrivati a casa di Moreno i due (ma non erano in tre?), come da accordi (allora do minore sibemolle maggiore la minore), se ne restano in garage in attesa degli sviluppi. (che bella immagine)
Le ore passano (dentro al garage?) ed arrivano le 22.30, ora stabilita per l’inizio delle conversazioni caldissime…(nel palinsesto effettivamente l’orario era quello)
Conversazioni che avvengono in simultanea… (simultaneamente pareva brutto)
Giusy alterna i due nuovi compagni di gioco…!!! (in quale schifoso mondo alieno questa dovrebbe essere una esclamazione)
Dopo cinque minuti di chat (di cui immaginiamo allegramente il contenuto) i due entrano in casa appostandosi nell’angolo più buio del corridoio fuori dalla stanza di Giusy...(quanto cavolo è ampio st’angolo?)
Qui i due chattano e si spogliano completamente…(ricapitoliamo, si spogliano e chattano, appostati in un angolo? NUDI?)
Arrivato al punto nel quale (sempre narrazione fresca e veloce!) Giusy gli descriveva per filo e per segno gli atti sessuali (al plurale che vuol dire?) che stava compiendo, Valentino, lasciato l’iPhone in corridoio (a fluttuare nell’aria, tipo Matrix), sopra i vestiti (no scusate, sopra i vestiti), arriva di soppiatto alle spalle di Giusy (le tamburella sulla spalla col pene) e, girata la sedia le dice: “Ciao Bella!!! Sorpresa!!!”
Lei, dopo un attimo di sbandamento dovuto alla sorpresa (esclama un flebile “ohibò chi va là?”), dice: “Che piacere vederti dal vivo “cetriolone77″…!!!” (mi piace la resa verbale delle virgolette)
Subito lui, senza perdere tempo (sappiamo cosa voglia dire subito eh), le dice: “Dai, porcellona!!! Succhia il mio cetriolone!!! Da brava!!!” ( sono minacce o incommentabili esclamazioni? Lo scopriremo presto)
E Giusy esegue immediatamente…( Variazioni su tema di Robert Schumann op.23,per pianoforte a 4 mani)
Aiutandosi con la mano sinistra  (e con la destra che stava facendo?) si infila il membro turgidissimo e duro più del marmo di Valentino (che minchia è, morto?) in bocca e comincia a succhiarlo con vogliosità assoluta…!!! (vogliosità assoluta, nocciole mandorle quant’altro, Magnum edizione limitata)
Subito i segnali acustici (colpi di clacson di un camion in curva) della chat cominciano a farsi sentire… 
E’ Francesca (bentrovata!) che le manda a ripetizione messaggi del tipo: “Non ti sento più…!!!”(altri la sentono molto bene, invece), “Che cosa succede…???”, “Tutto ok…???” (SI HOUSTON, TUTTO OK! PASSO)
E Giusy girata nuovamente verso il computer (con scatto ballerino alla Heather Parisi) , Valentino si era poggiato ad un lato della scrivania (periodi verbali freschi e veloci come una cascata) , risponde all’amica: “Tutto benone!!! Sto succhiando 25 centimetri di membro  in tiro!!!Mmmmmmmhhhhhhh…!!!” (LA NONNA COME STA?)
“Ma daiiiiiii!!!  (tranquilla che dà) Che schifosi questi uomini però!!!”, risponde a stretto giro di posta Francesca.  ( l’autore ha scritto questo abominio solo perché voleva usare “a stretto giro di posta” )
“Nooooo…!!! Stavolta no…!!! Anzi è da sballo!!! Sentissi che buon sapore ha!!!”, scrive di rimando Giusy. (con un calamaio del 1800)
“Bleah!!! Che schifo!!! No, grazie!!!” (praticamente sulla tastiera dell’autore c’è un unico tasto con un enorme punto esclamativo), risponde a sua volta Francesca. (grazie per l’ “a sua volta” doveroso)
Ed intanto Moreno (infatti, che cazzo fa Moreno?) spia la prima scena erotica (CIAK UNO! PRIMA SCENA EROTICA) nascosto nel buio nel posto lasciato libero da Valentino. (noi stronzi che leggiamo comunque l’avevamo lasciato appoggiato alla scrivania comunque)
Spia e si masturba come un matto. ( Un’immagine che entrerà negli ANALI della pornografia)
Soddisfatto della gran succhiatura (SUCCHIATURA! AMICI ASCOLTATORI) ricevuta, Valentino propone alla sua caldissima porcellina: “Adesso alzati!!! Alzati e spogliati completamente…!!!” (immaginate tutto ciò urlato come ci suggerisce la punteggiatura)
“Mmmmgggghhhh…!!! (mugolare esclamando è cosa a noi gradita) Cosa hai intenzione di fare???” (la crostata di mele!) , chiede Giusy vogliosissima. (vero? pensavamo stesse dormendo)
“Lo vedrai bellezza!!!  (basta esclamazioni, pietà) Tu comincia a spogliarti completamente e poi vedrai!!!” (provate a dire “poi vedrai” esclamandolo, è una figata) , le risponde Valentino. (vai tranquillo che l’abbiamo capito chi siano ‘sti 4 stronzi)
E Giusy, pronta anche stavolta, esegue. (dopo aver dato uno sguardo d’approvazione all’orchestra)
Levatasi  i jeans chiari (LEVATASI, da lì Levi Strauss), la camicetta a body verde bottiglia (del colore di questo commento per intenderci, visto che è un dettaglio importante) ed il perizoma rosa confetto, si prepara a ricevere gli ordini dal proprio “padrone”…!!! (<— !!!! —> ????? 😦 )
Valentino si siede sulla sedia girevole dove prima stava seduta Giusy  (GRAZIE DELL’INFORMAZIONE, ORA  HO CAPITO TUTTO DELLA MIA VITA!) e le dice: “Forza…!!! Siediti sul mio membro…!!! Lascia che ti impali e ti massaggi tra le cosce…!!!” (una frase di una brutalità mista a sensualità di borgata che lascia a noi poveri stronzi una smorfia di incomprensione rassegnata)
Giusy, senza la minima esitazione (si urina un po’ addosso dalla felicità, come i cangnolini) , si offre a quel palo di carne che le entra fin nel profondo del proprio culetto…!!! (non facciamoci mai mancare l’episodio anale che ci eccita tutti particolarmente)
Contemporaneamente Giusy  (che è multitasking) offre anche la patata alle carezze del proprio compagno di giochi erotici…!!! (PEG PEREGO COMPAGNO DI GIOCHI EROTICI!)
Valentino così si ritrova a penetrarla da dietro con il proprio membro (specifichiamo che non sia quello di un altro, a voi la linea in studio), a massaggiarle la patata titillandole il clitoride, ed a leccarle e mordicchiarle il collo (dell’utero)...!!!
E Giusy gode… (vai tesoro, te lo sei meritata, bacio accademico)
Gode come una matta… ( è un manicomio, praticamente)
Gode con gemiti di intensità crescente… (sismografi di tutta italia impazziti)
“Sì!!! Sììììììììììì!!!! Sììììììììììììììììììììììììì!!! Impalami!!! Penetrami tuttaaaaaaaaa!!! Fammi godereeeeeee!!! Sei fantasticooooooooooo!!!”, dice Giusy arrivando (scesa finalmente dal treno), alla fine, ad urlare di piacere. (io non faccio così quando mangio la Nutella, vi immaginate? SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII BUUUUUUUONA FAMMI INGRASSAREEEEEEEEE)
Arrivato al culmine estremo del proprio godimento (tirando quindi il freno di emergenza), Valentino le riversa dentro il proprio piacere dicendole (“PER OGGI SEI APPOSTO”): “Sei una vera cagnetta in calore!!! Prenditi tutto il mio seme (che eleganza, sperma avrebbe stonato)!!! Fatti inondare tutta!!!”
E Giusy gode mugolando…!!! (che tenera)
Terminato quel gioco erotico Valentino dice che deve andare un istante al bagno… (LA DIARREAH! SHAAHAHAHAHAHAHA )
Giusy glielo indica senza però lasciare la stanza… (“VAI DILLà, TROVERAI IL CESSO”)
“Arrivo subito tesoro!!! Mantieniti calda per me, mi raccomando!!!”, le sussurra Valentino. (accompagnando la frase con una scoreggia)
“Non preoccuparti…!!! Solo fai in fretta perchè ho ancora tanta voglia!!!”, gli risponde Giusy. (che nel frattempo ha imbottito un panino con della mortadella)
“Porcellona!!!”, le dice, uscendo, Valentino. (e sbattendo contro lo stipite)
E dicendo questo le schiaffeggia le chiappette sode. (ma se era appena uscito dalla porta?! Op OP gadget mano morta?)
Giusy si stende subito sul letto cominciando a masturbarsi. (e ruttare di gioia)
Dopo qualche istante ecco che una voce di donna la raggiunge… (oddio, La madonna di Fatima!)
“Posso???”, chiede Francesca. (ah no 😦 )
“E tu chi saresti???”, domanda Giusy vedendosi davanti quella splendida ragazza con la topina rasata alla perfezione. (siamo estasi anche noi da questa visione)
“Patatina Lesbo, piacere!!!”, le dice Francesca, aggiungendo poi, “Cosa ne diresti di fare un bel 69 noi due??? Non preferiresti la mia lingua nella tua passerotta anzichè un prosaico dito???” (la parola “prosaico” buttata lì in mezzo a quelle frasi melma, mi sembra un crimine orrendo)
“Mmmmmmhhhhhhh…!!! Va bene…!!! E contemporaneamente io lecco te!!!”, dice Giusy. (Capitan Obvious ci spiega oggi la sensualissima pratica del 69)
“Naturaleeee…!!!” (batti il 5, sorella!) dice ancora Francesca strizzando l’occhio a Giusy. (“AHIA!” questa battuta dello strizzare l’occhio la faccio sempre, mi piace troppo)
Detto questo le si mette a cavalcioni facendo in modo di offrirle la propria micetta rasata e, contemporaneamente di arrivare con la propria bocca a contatto con la passera già fradicia di Giusy. (ma si confondono e finiscono per soffocarsi l’un l’altra)
Sistemate al meglio le posizioni le due giovani donne iniziano quel doppio atto orale… (un concerto sinfonico di lingue ed estasi plurale)
Giusy, già fradicia in partenza (alla stazione la guardano tutti male), viene in pochi minuti…(le FS in realtà sono molto puntuali)
Francesca invece ci impiega qualche minuto in più…!!! (mannaggia che bagaglio pesante!)
Comunque alla fine le due donne si inondano a vicenda le bocche. (comunque l’importante è questo, alla fine, dai)
Non appena Francesca e Giusy hanno terminato il proprio giochetto ecco rientrare Valentino... (aaaaah mister intestino! Ciao!)
“Scusa ma ci ho messo un po’ più del previsto!!!”, dice a Giusy. (lo sospettavamo, dove hai nascosto il cadavere che hai defecato?)
“Però vedo che hai trovato un piacevolissimo modo per intrattenerti.”, aggiunge poi lo stesso Valentino. (siamo sicuri che l’abbia detto davvero lui?)
Dietro a Valentino ecco entrare Moreno. (minchia vero, me ne ero dimenticata!)
“E tu??? Te ne sei stato fuori a guardare ed eccitarti come il più pietoso dei guardoni, vero???”, gli chiede arrabbiatissima Giusy. (in realtà ha recitato i 4 misteri gloriosi del rosario)
“Finora sì. Però ora è il momento del “Gran Finale” Baby!!!”, le dice Moreno.
“Cosa…”, inizia Giusy.
“Shhhhh…!!! Niente domande!!! Vedrai…!!!”, le dice ancora Moreno. (ragazzi, ho idea di sapere già cosa leggerò a seguire e sto morendo già di noia, che banalità)
E fattala (FATTALA) alzare si distende sul letto nel posto lasciato vuoto dalla fidanzata…(un tragico lutto si insinua nella trattazione)
“Ora tu, cara, ti stenderai su di me di schiena (MA COS’è STO TONO VAGAMENTE EPICO? ORSU DUNQUE CARA OFELIA), prendendoti il mio uccellone nel culetto. Lui, che prima ti ha impalata, ti prenderà la patatona vogliosa (MA COS’è, UN MAGO CHE LEGGE IL FUTURO?), e la tua compagna di 69 di prima, ti ficcherà la lingua in gola così da non farti urlare troppo, perchè è tardissimo e non voglio che arrivino gli altri condomini a lamentarsi del baccano!!!” , spiega, al limite della pedanteria, Moreno. 
Ed il sandwich con aggiunta ha inizio… (non ho intenzione di commentare, ma so che farete vostra quest’espressione)
In effetti, se non fosse per Francesca e la sua lingua nella bocca di Giusy, questa urlerebbe da matti per il godimento immenso che i due uomini le danno prendendola in stereo…!!! (AHAHAH IN STEREO CHE? IN STEREOFONIA?)
Dopo una mezz’ora di dentro e fuori i due uomini vengono all’unisono dentro il corpo di Giusy…(non ci aspettavamo un lieto fine differente e per fine si intende soprattutto all’eleganza dell’immagine ivi descrittaci)
“Godi cavallona da monta!!!”, le dice Moreno all’orecchio.
E terminata anche questa doppia inondazione (per questo si dice “LETTO DEL FIUME”) i tre escono lasciando Giusy sola con i residui del godimento di quella lunga notte densissima di piaceri proibiti. (Mai una volta che s’ammazzassero tutti oh, vabbè)

La cagnetta.

24 Apr

«Quando sono arrivata nel suo appartamento tutto era asettico come sempre.(Le maschere antigas appese sempre al solito posto) Ale è un tipo molto ordinato e meticoloso. C’era una novità (finalmente!) dopo tanti mesi che non ci andavo (e dove sei stata?): la sua cagnolina, che ha preso per non sentirsi troppo solo. Mi ha baciato mentre mi spogliavo, e liberandomi del reggiseno ha iniziato a torturarmi i capezzoli.. Le tette me le schiaffeggia, i capezzoli li tira forte e li morde con crudeltà finché non gli dico di smettere, ma devo insistere.. (scusatemi un attimo, forse ho letto male, lei si fa fare queste cose dalla cagnolina? E dove l’ha comprato il meticoloso Ale al sexy shop?) Mi levo gli slip, mi vuole nuda.(Che cagnolina esigente, per bacco!) Sempre. Lui invece resta sempre con i calzini, che abbassa (abbassa i calzini? dove gli arrivano, alle cosce?), e maglietta intima nera (macchiata di sugo). Sul suo letto singolo stende un asciugamano da viso (quelli da culo erano tutti sporchi), memore di tutte le volte che abbiamo rischiato di sporcare la trapunta (ragazzi, con Imodium, potreste stare tranquilli). Mi ci siedo sopra (povera cagnolina 😦 ) ma lui mi ordina di mettermi carponi (IO TI ORDINO DI METTERTI CARPONI! Ma lei non capisce dove sono questi scarponi.). Mi tocca la fica (che gli dà un morso), è fradicia (fica ubriacona!), sono eccitatissima (piacere, Letizia).. Si sposta, viene vicino al mio viso.(di già? poraccio, stava in astinenza da mesi!)

“Succhia, fammi vedere se sei ancora brava” (da quando ha perso i denti è diventata bravissima, vedrai) Lo metto in bocca.. Fa subito la gocciolina che lecco avidamente (il pene che suda!). Ha un cazzo enorme (lo vedo anche io da qua, sembra il faro del mare).. Gonfio, duro e rosso-violaceo (è quasi un hobbit)).. Mi fa scendere  e mettere in ginocchio “sì così.. Brava..” (ha imparato in chiesa a genuflettersi!) mette le sue mani sulla mia testa e spinge a fondo.. Annaspo (che in italiano vuol dire: annaspare 1 (v. intr.) 1 Muovere scompostamente le braccia come per afferrare qualcosa che sfugge. Che c’entra?) Insiste.. (insisto essì) Mi ritraggo tra i conati (nuova forma d’arte), ma non vomito (sei la migliore) . La situazione si ripete due o tre volte, poi mi ribello (ennò eh,non sono mica la cagnolina!). Mi fa mettere nuovamente carponi sul letto e me lo butta nella fica.. (eseguendo un mirabile lancio da 3 punti) Mugolo di piacere, mi ordina di godere (IO ADESSO TI ORDINO DI GODERE COI POTERI CONFERITIMI DALLA REPUBBLICA DELLA CIOLLA!) , ma non riesco.. (piccina 😦 ) “mettimelo in culo! Fammi godere!” (piccolo tributo al cinema di fantascienza)  lo incito. Prova a cambiare buco (ma non ci riesce), prima con le dita(è un pornomeccanico lui), poi con un po’ di saliva sia sul suo cazzo che sulle sue dita (si comincia a sputare addosso come un forsennato praticamente) che mi continua ad infilare ed allargare all’interno. (La chiamavano “montebianco” a scuola, per via del traforo) Mugolo ad ogni movimento, lo voglio.  (vi dichiaro marito e moglie)
Quando gli sembra pronto (quando si dice “valutazione a caldo”) prova a forzarlo (oooh issa ooooh issa).. Urlo di dolore.. (sopra un ponte con le mani sulla faccia) Il mio sfintere non ne vuole sapere (che male abbiamo fatto, natura, per non lasciarci trombare in pace?).. “Sputaci sopra Ale.. Mettimelo dentro..” (quindi Ale stava sputando sotto e provando a metterlo fuori) Lo fa (no no lo è), più volte e lo prova a mettere (ragazzi voi l’avevate già capito che stava tentando, vero?).. Stavolta entra (è permessooooooh? Si accomodi, prego.) anche se con qualche sforzo (oo-k), invoco Dio (ma lui si rifiuta di partecipare) da quanto mi piace averlo dentro (lei ha Dio dentro, e si vede) e lui mi pompa con forza dando qualche ulteriore affondo di tanto in tanto. (Io da Dio non me lo sarei mai aspettata) La fica gronda letteralmente (è una gara di spelling ormai).. Fatico a sentire le mie dita sul clito (anche perché poverine, non parlano) .. Lui comincia ad essere vicino (ma perché dov’era andato nel frattempo?)  sfila il cazzo (dalla busta) e continua con le dita a profanarmi il culo (disgraziato! fino ad allora era un tempio mistico). Non so quante dita ha dentro di me (non saprei, tu quante ne hai ingerite?), ma lo sento pieno (temo per quella povera cagnetta).. Spinge con forza (LIBERA! LIBERA!) e quando [ATTENZIONE!] comincio a bestemmiare ed urlare forte  toglie le dita [LA STAPPA, PRATICAMENTE, E’ RONCO!] ed entra di prepotenza (“non me ne frega niente, io entro!”) fino in fondo.. “insultami! Adesso, ora!” “godi puttana mentre ti inculo!”(questi sono complimenti per lei!) “Porco Xxx!” (amen, sorella!) Finiamo insieme (che capolavoro), esce (ciao! alla prossima), mi butto sfinita sul letto (erano in balcone, non l’ha puntualizzato), il cuore in gola senza fiato. (anche quello s’è ciucciata)

Prende una salvietta umida, si pulisce il cazzo (quindi la faccia), ne prende un’ altra, mi pulisce il culo (quindi la faccia). “puoi anche alzarti..adesso” (lazzara) “noooo… E chi ci riesce? (lei è tutta contenta)” “muoviti, devo portare fuori il cane altrimenti me la fa in casa” (che sgarbato, io al posto tuo gli macchiavo la tovaglia da faccia)  Mi alzo, vado in bagno a fare un bidet (perché non due?). Mi brucia quando ci passo il sapone (se lo infili), e noto che in bagno è rimasta la finestra aperta (il non piu così metodico Ale), in cortile lavorano gli operai. (operai generici) “hai dimenticato di chiudere, gli operai ti faranno la hola (la ola casomai, a meno che non è ambientato a barcellona sto porcile) per avermi fatto urlare tanto forte, ma se è passato uno importante son cazzi, ti licenziano!” (questa sottotrama sfugge al mio intelletto) “taci! Vestiti.” (senti, pezzo di merda, un po’ di rispetto per chi ti ha dato persino l’ano-ma, scusa, l’anima)  Mi vesto, sempre troppo lentamente per i suoi gusti (lei secondo me è una super troll), prendo le mie cose e faccio per uscire “fai la brava..” “la brava?” dico con scherno. (addirittura, si è stizzita) “ma se ogni volta che faccio la brava mi fate diventare cattiva! Ciao!” (lui non la saluta, e appena si volta le dà un calcio)  Esco, scendo le scale, passo dalla guardiola, dove un grasso e unto uomo mi guarda di traverso, apro la porticina del grande portone di vetro ed esco. (Voleva farselo ma essendo costui unto, ella  ha capito che questo non aveva le tovaglie da faccia) Di fronte il fianco del palazzo in marmo chiaro [il tòpos di sempre: le descrizioni inutili]  è illuminato dal sole, il bianco mi spara negli occhi. (finalmente il lieto fine) Mi domando se le guardie ed i militari che lavorano in questo ingresso laterale (militari e guardie in un ingresso laterale, l’occupazione italiana è al 150% )  mi hanno riconosciuta dopo tanto tempo. (“agenore, agè.. ci sta quella vaccona, ammazza oh cammina tutta sbilenca, c’avrà avuto n’incontro ravvicinato der terzo tipo, aaah stai sempre a penzà male stai, lavora che quello ha scritto che semo operai, o guardie o militari? Che cazzo semo?”) Giro a destra verso la piccola piazza e la metro. Accendo una sigaretta (cerchiamo di dare un tono radical chic di stampo francese post neorealista), e camminando su gambe incerte (gambe dubbie) per lo sforzo di restare carponi così a lungo cercando di tenere le cosce vicine (sei tutti noi), mi muovo tra la gente sperando di aver tolto i residui di matita nera colata dagli occhi (si è pulita addosso ai passanti?) a testimonianza di quel che è successo..»(gente comune: matita sbavata= sesso anale: (termine di paragone a casaccio)  Questo raccontavo a Carlo oggi 5 maggio, mentre era sul suo letto d’ospedale a seguito dell’operazione. (ATTENZIONE SIGNORI VIRATA NARRATIVA FLASHBACK INASPETTATA CON RETROGUSTO DI MALINCONIA D’OSPEDALE. CA-PO-LA-VO-RO.)

Eccitato mi guardava negli occhi (ricordiamo che sono tutti strabici), le mani non riuscivano a star ferme passando a pizzicare lievemente la punta del suo glande ingrossato (lui è ricoverato in urologia). Pendeva dalle mie labbra (QUALI? scusate 😦 ) ad ogni dettaglio col desiderio bruciante (scusatemi lui è ricoverato al reparto grandi ustioni) di rientrare nei miei giochi (scusatemi lui è ricoverato in pediatria), pur sapendo che non sarebbe più stato il solo uomo a possedermi. (psichiatria, ok, il reparto è psichiatria) La competizione era impossibile, lo sapeva, ma in questo momento non desiderava altro che un nuovo racconto, finalmente non inventato (COLPO DI SCENA LA CAGNETTA NON ESISTE! LA CAGNETTA E’ LEI! ), e immaginarsi al posto di quell’uomo che sapeva come prendermi e tenermi testa, maltrattarmi e farmi davvero godere e che poteva farlo più spesso di quanto lui avrebbe mai potuto. Chissà se un giorno sarei riuscita a convincerli ad un incontro per un caffè tutti insieme, o forse per qualcosa di più. (OHHH finalmente ho capito tutta la trama, sono in NEUROLOGIA lei è ricoverata stranamente nella stessa stanza con lui, e stanno immaginando di incontrare uno che non esiste e trombarselo. TUTTO TORNA, RIBADISCO, CAPOLAVORONE)

 

Porgo doverose scuse a Dio per questo. 

La Lezione Privata

24 Set

Se è la prima volta che leggi questo blog: ciao, mettiti comodo, in pratica sfotto i racconti erotici perché mi fanno ridere. Capito?  Per gli abituali: ragazzi, ebbene sì, ci sono cascata di nuovo a leggere ‘sti caciottari. Ho creato un nuovo filone letterario e porcocazzo voglio un riconoscimento, chiamate Eco, chicazzovolete. Fatemi sapere che mi metto le scarpe, quelle buone. Bando comunque alle ciance, vi lascio all’ennesimo capolavoro narrativo.

La lacunosità della preparazione di Matilde in Greco e Latino faceva spavento. (roba che se fosse dovuta andare al Bar a prendere un caffè, non avrebbe potuto proferire parola)
Durante tutto il primo quadrimestre aveva inanellato una serie di risultati da spavento (daje co’ sto spavento, abbiamo capito è una super chiavica) che l’avevano portata ad avere, nella prima annuale (cos’è la prima annuale? io non lo so, magari voi lo sapete eh), la media del quattro in Greco e quella del cinque “di stima” in Latino. (avete capito tutti no? No perché altrimenti ve lo ripete più dettagliatamente)

Risultati questi che per qualunque genitore di un figlioche studi all’ultimo anno del Liceo Classico è ben poco incoraggiante. (certo perché un genitore dovrebbe finire di studiare ben prima del figlio)
Ed ancora meno lo era per il signor Ruggero Svanosio (ma è un cognome o un vecchio che sta provando la dentiera?) e per sua moglie, Elisabetta Bernardi-Svanosio (molto lieta), entrambi nomi notissimi della Linguistica italiana se non addirittura europea. (addirittura! e scommetto che sarebbero entrambi entusiasti di questo elaborato)
Qualcuno si spingeva (spingitori di linguisti!) fino ad estenderne la notorietà fino a oltre i confini del “Vecchio Continente” definendoli “di fama Mondiale”. (uh la là)

Potete quindi capire che smacco per i coniugi Svanosio (che oltre ad avere questo cognome di merda dovevano sopportare di) avere una figlia che, giunta alle soglie della maturità, confondeva Erodoto con Esopo ed un vocativo con un dativo.
No…
Decisamente a quella situazione andava posto rimedio…!!! (che puntiglio deterministico, sembra quasi un racconto toccante di correzione adolescenziale)
Se infatti Matilde (♫Ma-til-da  Ma til-da ♫)non avesse colmato le proprie abissali lacune avrebbe rischiato (di morire) “lo smacco Supremo” (il super sayan dell’inculata giovanile): la bocciatura alla maturità (*suono del gong*)o, cosa questa considerata quasi peggiore per i suoi genitori, un punteggio di maturità infimo per quelle che erano le loro mire per la figlia, per la quale sognavano già una Laurea, a pieni voti, manco a dirlo, in Lettere Classiche, specializzazione Linguistica Antica. (noooooiiiiiaaaaaaaaaaaah)
Urgeva riparare… (Per forza, cazzo!)
E farlo alla svelta... (non c’è più tempo Frank, dobbiamo agire!)
Ma come??? (non lo so Frank, prendi il chiavistello, dai Frank, cazzo Frank, ti sei sparato sul piede, oddio la Polizia)
Loro non avevano il tempo di seguire la figlia. (né gli impermeabili adatti)
Un po’ per via del loro lavoro su una tale mole di testi antichi (si dice stessero lavorando ad una bibbia grande quanto un armadio del 1800) che li assorbiva entrambi per almeno venti ore al giorno (Giacomo Leopardi vattene a casa proprio), domeniche comprese… (e ferragosti!)
Un po’ perchè i vuoti abissali nella preparazione della figlia erano tali e tanti da far perdere la pazienza persino ad un santo. (ancora a mettere il dito sulla piaga su sta povera crista, è scema, che ci può fare?)
E, chiaramente, né il signor Svanosio né la sua gentile consorte avevano aspirazioni di Santità. (la nota comica)
Quindi il sistema scelto fu quello di affidarsi alle “cure” di un insegnante privato. (c’avranno studiato per giorni prima di prendere questa sofferta decisione)
Visti i costi di professori di ruolo, proibitivi persino per le loro non certo asfittiche finanze, decisero di inserire un “annuncio economico”, o “un annuncio poco o nulla economico”(ma che cazzo significa, mi mandano ai matti questi qua), come lo aveva ribattezzato la madre di Matilde. (che aveva sempre l’acquasantiera con sé)
Questo annuncio venne pubblicato prima su un quotidiano locale poi (oddio, ma siamo sicuri della veridicità di quanto riportato?), tanto per allargare maggiormente il raggio d’azione, su di una di quelle pubblicazioni distribuite gratuitamente in vari angoli della loro cittadina dell’alta Lombardia. (io gliel’avevo detto “AFFITTATE L’AEREOPLANO COI BIGLIETTINI, GLIEL’AVEVO DETTO, ERA STATA UNA MIA IDEA”)
Ad occuparsi della stesura dell’annuncio fu la madre di Matilde mentre alla scrematura dei candidati ci pensava il padre della lacunosissima (BASTA CAZZO, autore, ma perché non l’ammazzi questa disgraziata?) studentessa.
La scelta finale venne fatta in accordo tra i due coniugi Svanosio.(in presenza di un notaio del Friuli Venezia Giulia)
I vari candidati facenti parte del ristretto novero finale vennero convocati, è proprio il caso di usare questo verbo (!!!), a casa Svanosio separatamente, nel corso di un pomeriggio di fine gennaio. (autore ti sei visto veramente troppi film,  sei un buffone)
Tra tutti i possibili “insegnanti privati”(virgolettiamo a buffo) la scelta cadde su Filiberto Omarini. (FILIBERTO OMARINI! AHAHAHAHAHAHAHAHA!)
Filiberto Omarini aveva l’aspetto del classico “secchione”…( e cioè a dire era blu con un semicerchio di ferro infilzato nel cranio) del classico ragazzo, posato e giudizioso, che passava i propri pomeriggi, ed anche le proprie notti, sui testi e le versioni (ma certamente)
Era bassino, magrolino anzi mingherlino (qual è la differenza?), vestito in maniera a dir poco inappuntabile con pantaloni di velluto a coste neri, maglioncino di lana rosso a trecce, “il tipico maglione della nonnina” come lo definiva il signor Svanosio, e la sua bella camicina celeste chiaro, chiaro, stirata ed inamidata dalla mammina. (maglione di lana rosso a trecce e camicina azzurra? ma lo usano per fare le prove ai daltonici?)
Persino le scarpe, un paio di mocassini marrone scuro, erano tirate a lucido. (doveva venire con le scarpe lordate di merda di vacca vero, altrimenti non eri contento autore, lo so)
Solo il viso rifletteva un lampo di vitalità tipicamente giovanile con gli occhi profondi ma non “persi in un proprio Mondo Sperduto” color del cielo di maggio (io non ce la posso fare a commentare questa frase, è come se m’avessero accoltellato l’amigdala), sui quali spiccavano un paio di “Occhiali da Talpone”, altra definizione del signor Svanosio (un noto simpaticone), a goccia color dell’oro, ed i capelli dal taglio militare di color corvino. (ma sarà anche zoppo?)
La bocca era ben modellata anche se non proprio carnosa. (era finito il pongo)
Nonostante quel suo aspetto quasi dimesso (a limite proprio tra l’alta moda e la valigia di cartone dei clochard) il padre di Matilde potè apprezzare in Filiberto una stretta di mano ferma (tipo con movimento a frustata del braccio) ed una notevole consapevolezza dei propri futuri doveri in veste di insegnante privato. (si è già acceso la pipa, in pratica)
Fu raggiunto un accordo che prevedeva un paio di lezioni settimanali di tre ore ciascuna, da tenersi nei pomeriggi di giovedì e sabato con la possibilità di una terza lezione, all’occorrenza, al martedì. (dai ottimo, ce l’hai detto perché il racconto dobbiamo venire a leggerlo in quei giorni?)
Le richieste di Filiberto, entrambe accettate di buon grado dai genitori di Matilde, furono relative al prezzo, venti euro all’ora (A MORTO DE FAMEEEEE!), e ad un fatto “squisitamente tecnico”, come lo definì Filiberto. (che con quel nome poteva chiedere squisitamente qualsiasi cosa)
La seconda richiesta era che i “signori” (tra virgolette perché noi gli Svanosio non li rispettiamo davvero) non fossero in casa durante i pomeriggi di lezione. (Filibè, ma sta laurea in disperazione, dove l’hai presa?)
“Questo per evitare distrazioni inutili.”, concluse il giovane che non dimostrava molti anni più di Matilde, “venti-ventidue non di più”, fu la stima della signora Elisabetta. (che però non lo voleva bene)

L’incontro si chiuse con l’accordo di cominciare il sabato seguente. (la Signora Svanosio, infine, fa cenno alla banda musicale in cortile, di cominciare)
“Perchè non già martedì, scusate?”, chiese, sensatamente, il giovane. (che faceva capolino da una nube di fumo proveniente dallo sfregamento delle sue mani)
“Martedì no perchè Matilde va con la scuola ( ♫ andiam, andiam ♫)a vedere la mostra di Gauguin e Van Gogh a Brescia. (a vedere la mostra, certo)
“Perfetto!!! (FOREVER ALONE) Allora dite a vostra figlia che sarò qui, puntuale, sabato prossimo alle 15!!!”, disse Filiberto congedandosi. (e alzandosi in volo)
La prima reazione di Matilde all’udire il nome del proprio “precettore privato” fu una grassa risata. (anche la nostra Matì, ce stai simpatica oh)
“Ci mancava proprio solo un “Filiberto” a farmi ripetizione! Ma dove li pescate certi personaggi voi due, eh??? (aò, sono linguisti di fama mondiale, ma come ti permetti, asina)”, disse Matilde che, nel corso degli ultimi anni, aveva dovuto “declinare cortesemente” la corte (CORTESEMENTE LA CORTE, sounds legit) appassionata di una serie di “ragazzi di buona famiglia”, appioppatile (APPIOPPATILE!) dai suoi genitori senza dubbio convinti di fare, come sempre, “il tuo bene, cara!!!”.
Dopo questa prima reazione ridanciana, conscia comunque di dover almeno sforzarsi di rimediare ai propri tentennamenti, Matilde acconsentì. (e acconsentirà a tante altre cose)
Il sabato seguente i suoi genitori la salutarono subito dopo pranzo (ruttando) dicendole che si sarebbero assentati fino al pomeriggio seguente perchè dovevano recarsi a Milano (mannatece ‘na cartolina!) per svolgere alcune ricerche per via del loro lavoro del momento.
Matilde se ne stava distesa sul letto con gli auricolari dell’iPod nelle orecchie quando alle 15 spaccate suonò il citofono. (che era un realtà un nitrito di cavallo)
“Sono Filiberto, signorina. Mi apre per cortesia?” (certamente, un attimo che prendo la sega circolare), disse il giovane precettore. 

“Sì, prego! Salga!”, rispose la ragazza sfilandosi gli auricolari e spegnendo l’iPod. (Ok, autò, poi ci spieghi come ha sentito il citofono sta svampita ccco D’alessio a tutto volume alle orecchie)
Un paio di minuti più tardi Filiberto Omarini (l’avevo detto che sarà pure zoppo), con una borsa (di plastica) strabordante di libri e vocabolari a tracolla (vocabolari a tracolla!), si presentò alla porta dell’appartamento (apportamento) dei signori Svanosio.
L’appartamento di Matilde e dei suoi genitori era al quinto piano di un palazzone (brutto palazzone, cattivo palazzone) un tempo gestito dall’ex “Istituto Autonomo Case Popolari” e da poco passato in mano ad un’impresa di costruzione privata. (mi ha appena squarciato il volto un cucciolo di ESTICAZZI?)
La prima volta che vi era andato, vuoto (?), era salito in ascensore. (interessante, Watson)
Quel giorno invece, carico come un mulo da soma, ‘però studioso’, chiosò (CHIOSO’!!!) Filiberto mentalmente, si era dovuto sobbarcare la salita a piedi in quanto, proprio quella mattina, verso mezzogiorno, qualcuno aveva fatto qualcosa di non propriamente giusto (IL MISTERO SI INFITTISCE, GENTE) mettendo fuori uso l’ascensore.
“Sempre al sabato, quando il tecnico è irreperibile, devono succedere queste cose!”, aveva detto un ansimante signor Ruggero rincasando all’ora del pranzo con due borse stracolme di spesa. (la nota umanitaria del povero Ruggero vessato dall’imprevedibilità della quotidianeità)
Ad attenderlo sulla porta (l’ha scardinata) di casa c’era Matilde, una ragazza a suo dire, e non solo a suo dire, splendida. (ah ma se lo dice da sola? ahahah)
Un viso a cuore incorniciato da fluttuanti capelli castano scuro. (mi sono innamorata anche io, oh!)
Magnifici occhi verde acqua (e te pareva che non spuntava fuori l’occhio verde) ed un bocca “da baciare” con labbra piena e “invoglianti”. (LA LABBRA PIENA!)
Un corpo snello ma formoso (come dire un cerchio rotondo, ma quadrato), un paio di gambe (hai contato bene?) lunghe ed atletiche inguainate in un paio di leggins color vinaccia (LEGGINS COLOR VINACCIA TOCCO DI CLASSE 2012!) e sopra una maglietta di cotone col collo (COL COLLO!) alto color ocra, che le segnava splendidamente i seni, piccolini ma sodi. (e sorridenti)
Ai piedi Matilde aveva solo un paio di calzettoni di quelli utilizzati da coloro (I QUALI) che fanno ginnastica di un color rosa confetto. (anche io voglio far ginnastica color rosa confetto)

Filiberto per quella prima lezione aveva scelto un abbigliamento più informale di quello indossato per il colloquio.
Questo forse grazie al fatto che, come da sua precisa richiesta, sapeva di non trovare in casa i genitori di Matilde.
Indossava infatti un paio di jeans azzurro chiaro ed un dolcevita verdone.  (Ma non faceva l’attore?)
Sopra portava un giaccone sportivo blu marina. (giaccone sportivo per cosa cazzo sta?)
Ai piedi indossava un paio di scarpe da tennis della Nike color crema sopra un paio di calze di spugna color verde pisello. (AHAHAHAHAHAHAHAAHHA)
I due ragazzi si accomodarono in salotto.
Prima di ritirarsi alla “postazione studio”, come la chiamava sempre suo padre, Matilde, da perfetta padrona di casa, chiese a Filiberto se gradisse qualcosa da bere.
“Magari dopo, signorina! Grazie!”, fu la risposta del giovane.
“D’accordo, ma basta chiamarmi “signorina”, ti prego! Io sono Matilde, solo Matilde!”, disse la giovane. (Ti prego autore continua ancora ad allungare il brodo, dai)
“Ed io sono Filiberto! Lo so! È un nome strano ma i miei genitori SONO strani! D’altronde da due che si chiamano Tarquinio ed Ofelia non c’è molto di che nutrire speranze in fatto di nomi, no???”, disse Filiberto. (zampata intimistica del povero Filiberto sui genitori drogati di classicismo)
“Eh no! Direi proprio di no!”, ammise la ragazza avviandosi verso il salotto per la prima lezione di “riparazione lacune”. (col giravite di pelle eh,  vabbè, sto scadendo anche io)
Decisero di cominciare dal Greco, la bestia nerissima di Matilde.
Dopo un’oretta passata sui libri Matilde si stiracchia. (giustamente sui libri non si sta troppo comodi)
Allungando uno dei suoi piedi (che sono al solito, tantissimi, e fatti di pongo) sfiora, “casualmente”(tra virgolette e tra due virgole), il ginocchio di Filiberto.   (sì ma quale, il destro od il sinistro?)
Vedendo che il ragazzo non si era ritratto (perché non aveva portato tavolozza e pennelli con sé), come facevano istintivamente tanti suoi compagni di scuola in situazioni analoghe, Matilde ritenta l’operazione. (bisturi! Tampone!)
Stavolta però si sofferma maggiormente, strusciando il piede lungo la gamba del giovane. (che accusa un intenso dolore alle sue pustole)
“Ho proprio bisogno di una pausa. Io mi vado a bere una lattina di Coca. (la ragazza che beveva la latta) Ne vuoi una anche tu?”, dice la ragazza.
“No, grazie Matilde! Però avrei bisogno di andare in bagno. Mi puoi dire dov’è?”, domanda Filiberto. (scorreggiando)
“Vieni che te lo mostro andando in cucina.” risponde la giovane.
Arrivata sulla soglia della cucina Matilde si volta e dice: “Per di là. La seconda porta sulla destra!” ( segui i led blu elettrico intermittenti con la scritta “se devi cacare per di qua”)
“Grazie!”, dice Filiberto prima di dirigersi verso il bagno. (sempre una narrazione molto fresca e veloce)
Entrato in tutta fretta (sbattendo la fronte sulla porta), Filiberto si chiude la porta alle spalle ma senza chiudere a chiave. (non so voi, ma io ho già capito dove andremo a parare, chiamatemi gianluigina Buffon)
D’altronde in una casa nella quale vivono tre persone non si usa mai chiudere la porta. (tre persone dalle fattezze suine, aggiungerei)
Mentre è in piedi di fronte al water-closet (MEICOJONES) e sta finendo di fare pipì (CITAZIONE NECESSARIA), Filiberto vede una mano insinuarsi sotto il suo braccio e dirigersi verso il suo membro. (tutto a rallentatore eh)
“Ma…”, dice il ragazzo.  (dandole una gomitata sullo sterno inorridito)
“Shhhhh…! Lasciami fare Filiberto! È giunta l’ora della ricreazione…!”, dice languidamente Matilde. (brandendo lo scopettone del cesso a mo’ di campanella)
E detto questo afferra il membro di Filiberto (usare qualche pronome personale qua e là no eh, nsia mai dimentichiamo come si chiama sto caso umano) e comincia a massaggiarlo…(con la Lasonil)
Dopo alcuni movimenti di quel tipo (quale tipo non lo sapremo mai) però Matilde si interrompe dicendo (ALTOLA’ IL SUDORE): “Andiamo di là in camera mia! Staremo più comodi che qua!” (sì sì, andiamo)
Arrivati nella camera di lei la ragazza( una volta posate le valigie) spinge Filiberto sul letto e comincia a spogliarlo. (di ogni bene)
Prima gli slaccia e sfila le Nike…(dandosi un colpo di scarpa sulla faccia)
Quindi lo fa rialzare un momento (dalla barella) e slacciatigli (SLACCIATIGLI!) i jeans glieli fa cadere ai piedi. (non ho ben capito se lui è in piedi sul letto, comunque bell’idea)
A questo punto comincia a baciarlo sulla bocca con trasporto (facendo il rumore di una macchina che parte) mentre inizia a sfilargli la dolcevita. (il dvd?)
Successivamente, quando la dolcevita è arrivata all’altezza del petto di Filiberto (ma povero Fellini!), Matilde sposta la propria bocca sul torace di lui. (tipo Mr Potato)
Prima lo bacia attraverso la maglietta intima (dell’Upim e sudata) a mezze maniche (chi è un uomo sexy? chi?) mentre gli sfila del tutto la dolcevita…( e ripone quindi il cartonato di Marcello Mastroianni e Anita Ekberg accanto al letto)
Quindi sfilatagli anche la maglietta intima (con un temperino) comincia a baciare il torso nudo di Filiberto… (puntini puntini, dai tutti a pensare al torsolo nudo di Filiberto la mela cotogna)
Lo bacia e lo lecca… (e lo friziona a pugno chiuso)
In seguito l’attenzione di Matilde si sposta più in basso (verso il Lazio), verso il pene di Filiberto. (IL PENE DI FILIBERTO!!!!!!)
“Aspetta un attimo!” (con voce squillante), dice il ragazzo, sbarazzandosi dei jeans e delle calze di spugna (imbevute di Svelto)
Terminata questa operazione Matilde (si toglie la mascherina) si inginocchia tra le gambe del ragazzo ed estratto il suo pene dai boxer (con un grimaldello bulgaro) di cotone bianchi se lo porta alla bocca (ma ne mette un pezzetto in borsa per dopo) iniziando a succhiarlo avidamente.
“Di questo avevo fame e sete, più di ogni altra cosa!”  dice Matilde ( piroettando  sul letto)  per un attimo la bocca dal proprio “fiero pasto”, come scrisse Dante. (luminare della pornografia avanguardistica dei tempi antichi)
Le labbra calde e sensuali di Matilde provocano un’erezione immediata (gli è scattato a molla facendo BOING!) a Filiberto che in breve tempo comincia a fremere di piacere. (abbbrrrrrrrr…)
Sentendosi prossimo all’orgasmo (Orgasmo, stazione di Orgasmo) Filiberto pone una mano sulla nuca di Matilde e, spingendola dolcemente l’attira a sé facendole entrare il proprio sesso fin in fondo alla bocca dopo esplode in tutto il proprio piacere…! (quando si dice un’esplosione di gusto, potrebbero scegliere Filiberto come il nuovo testimonial dei Sofficini)
Matilde non si stacca dall’asta di Filiberto (diventato ormai una bandiera) fino a che l’ultima stilla (la stilla polare, buon natale a tutti) del seme di lui non le è scesa attraverso la gola.  (attraverso la gola, una gocciolina chiodata)
Al termine la ragazza ripulisce l’asta del giovane leccandola dalla base alla punta. (e ripiegando la bandiera al di sopra di essa)
Rialzatasi, Matilde viene attirata (da un gruppo di nani russi) verso il ragazzo ormai voglioso di ricambiare quel piacere…
“Sìììììì…! Anche io ti voglio Filiberto!” , dice Matilde con tono quasi di supplica (la quasi supplica, ora su rieducational channel,) aggiungendo però poi: “Non però davanti ché lì sono ancora vergine. Prendimi da dietro. Lì mi hanno già presa. I miei compagni secchioni amano molto i rapporti anali!” (una donna illibata che quasi supplica rapporti anali, è meraviglioso)
Prima di tutto Filiberto decide di spogliare completamente la giovane allieva. (una decisione che ha preso ponderando 45 minuti seduto su una poltrona)
Prima le sfila la maglietta…
Quindi le sfila i calzettoni che le arrivano fin sopra i leggins…  (è una sfilata di moda, possiamo chiamarla impropriamente così)
Infine le abbassa i leggins, lasciandola così con indosso la sola biancheria intima: un completino di pizzo coloro (coloro chi?) carta di zucchero formato da un reggiseno senza spalline ed un perizoma eccitantissimo. (avevano finito quelli “poco eccitanti” o “eccitanti con garbo” al negozio)
Filiberto, vedendosi davanti quel corpo stupendo, comincia a carezzarla e baciarla…
Prima sul viso…
Poi sul collo…
Quindi, dopo averle fatto cadere di dosso il reggiseno (un volo in picchiata libera con tanto di fischio), passa ai seni ed al ventre di Matilde…
Scendendo ulteriormente (praticando un buco nel pavimento) passa a baciarle la topina…
Prima attraverso il perizoma e dopo “al naturale”… (deperizomata, se non l’avete capito)
Bacia con trasporto e golosità quella topina senza peli e chiusa…
Gliela bacia e gliela massaggia con delicatezza. (cantando, per aiutarsi, Felicità di Albano Carrisi)
Terminata questa operazione, che l’ha di nuovo portato ad avere una forte erezione (di tipo Alfa b4, nel sistema di misurazione europea Eretionus che misura l’intensità erettiva), Filiberto fa girare Matilde (wooooo guarda come vooolooo)  e, fattala (FATTALA) mettere a novanta gradi (cosa più cosa meno), le fa allargare le gambe in modo da avere una visuale (una qualsiasi, anzi no) la più perfetta possibile del buchino posteriore di lei.
Lo trova già bello dilatato, come aveva detto in precedenza la ragazza. (in una conferenza stampa)
Ciononostante (CIONONOSTANTE!) Filiberto non si arrischia a prenderla così sui due piedi, abbandonandosi ad alcuni preamboli...(lui è un virtuoso, lo chiamano il prestigiatore delle prese da dietro, prese per il culo)
Prima le bacia la zona dell’ano (nota agli specialisti come ANOPOLI) infilando la propria lingua (non quella di qualcun altro) nel buchetto posteriore in modo da lubrificarlo per bene. (Castrol, lubrifichiamo buchetti posteriori)
Poi dopo essersi insalivato (INSALIVARSI MIGLIOR VERBO 2012)  due dita della mano destra le infila (QUALI DITA,  QUALI, VOGLIAMO SAPERLO), alternativamente (unò-due, unò-due), nell’ano della ragazza.
“Mmmmmmmmmm… Sìììììììììì…!!! Ti voglio dentro di meeeeee…!!! Non solo con le dita però…!!!”, urla Matilde. (che donna!)
A questo punto Filiberto (o anche allordunque) , sfilando il dito medio dall’ano della ragazza, l’afferra per i fianchi e avvicina, pian piano (parte questa musica in sottofondo) il proprio membro al buchino posteriore di lei. (proprio accanto alle ruote motrici)
Giunto sulla soglia dell’entrata posteriore (e quindi dentro la sala d’attesa con le poltrone in pelle) comincia a spingere adagio in modo che il proprio uccello (un pappagallo venezuelano) la invada a poco a poco…(come la Polonia)
Solo quando la ragazza reclama tutta l’asta Filiberto (di Savoia), con un ultimo colpo di reni deciso (imparato ballando il cha cha cha), le entra interamente dentro. (con l’aiuto però, di un divaricatore di plastica della Giochi Preziosi)
A questo punto comincia a muoversi energicamente dentro Matilde (centrifugandole le viscere), incitato dalla ragazza perchè spinga, spinga più a fondo...(e faccia STRIKE!)
Ed il giovane esegue…
Sempre più energicamente…
Sempre più in profondità...(è praticamente arrivato a bussare sulla schiena anche ad un passante per strada)
Fino a lasciare esplodere il proprio piacere dentro il corpo di Matilde. (che si copre immediatamente di chiazze rosse sul volto a forma di fragoloni)
Una Matilde ormai persa nell’orgasmo più completo ed entusiasmante (e divertente, perché no!) della propria ancor giovane (ed insulsa) vita.
Terminata (o anche conclusasi) anche questa nuova inondazione Matilde (naufragata) si raddrizza e dice a Filiberto: “Ci ho ripensato… Ti voglio ancora dentro di me… Prendimi la micina… Sii il primo…! Sii colui che coglie il mio frutto acerbo facendo di me una donna!” (abbarbicati con siffatta ferocia!)
A questa richiesta (scritta e vidimata dal Consiglio dei Ministri) Filiberto abbraccia Matilde e le infila la mano sinistra tra le cosce (chiuse da una cerniera protettiva) iniziando a massaggiarle la micetta...(che inaspettatamente comincia a fare le fusa)
Stavolta però non si limita a massaggiarla in superficie ma si spinge anche al suo interno…(dove troviamo un elegantissimo pavimento in cotto smaltato)
Matilde geme…(GEME OVER)
Geme di piacere…!!! (GEME OVER DI PIACERE)
“Sììììììì…!!! Sono calda… Sono pronta… Sono tuaaaaa…!!!”, urla lasciandosi cadere (col paracadute)  sul piumone color Borgogna , ed allargando le gambe in modo da offrirsi completamente al proprio amante. ( e liberare quindi una colonia di api che da tempo custodiva gelosamente)
Filiberto si adagia delicatamente sul corpo di Matilde ed inizia a risalirlo (con un motopeschereccio di fortuna) spingendo il proprio membro fino ad arrivare all’entrata del giardino delle delizie segrete di Matilde. (appena accanto le altalene ed i gazebo e le sedie in vimini)
A quel punto  il giovane comincia a spingere per entrarle dentro…(sono 3 quarti d’ora che il prode Filiberto spinge, costretto credo, da bisacce con dentro dell’ottimo fieno)
“Senti che comincio ad entrare, Matilde???”(LO STAI SENTENDO? EH? MI SENTI, 1-2-3 PROVA A-B-C), domanda Filiberto alla propria giovane compagna. (che nel frattempo ricama simpatici ghirigori arabeschi sul piumone Borgogna)
“Sììììì…!!!”, risponde lei. (forte e chiaro! Houston non c’è alcun problema!)
“Ora ti entro dentro di più…”(ti entro dentro tantissimo, un sacco!), dice nuovamente Filiberto. (che sottolinea la cosa suonando il corno francese)
“Aaaaaaggggghhhhhhhh… Mmmmmmmmmmmmmhhhhh… Sììììì… Prendimiiiiiii…!!! Prendimi tutta…!!! Lo voglio tutto dentro…!!!”, geme ed urla (o geme o urla, che cazzo è un remix?) Matilde.
Filiberto con poche altre spinte (di 10 megabyte ciascuna)la invade completamente (e proclama la Repubblica del Pene) iniziando a muoversi in lei con lentezza ma con ritmo costante… (così)
Matilde geme…
Geme e gode…(salta e balla)
Gode completamente…
Gode fino in profondità…!!! (tra i pesci, e sub di passaggio)
“Sììììììììììì…!!! Ti sento amore…!!!” (mi è volato anche il cerume dalle orecchie!), lo incita la giovane.
“Allora muoviti con me piccola!!! (CHE STALLONE) Muoviti e godi con me!!!”(dale a tu cuerpo alegria, macarena!), dice a sua volta Filiberto.
I due si avvinghiano completamente l’uno all’altra e così avvinghiati si fanno cogliere (dall’avvinghio avvinghiante), non solo dalla nuova ondata (anomala) di piacere, ma persino dai rintocchi delle ventidue e trenta del vicino campanile. (finale dal sapore vagamente medioevale e vagamente mediocre, col povero Fra Martino costretto a questo indecoroso ruolo! Suoni tu- Suoni tu- suona le campane- suona le campane- Din Don Dan )
La storia continua coi coniugi Svanosio che ritornano per festeggiare l’ennesimo riconoscimento nel campo della LINGUISTICA MONDIALE trovando i due avvinghiati sul letto Borgogna che declinano verbi latini col culo.  Buona Fine del Mondo a tutti.




IL RITORNO DELLA PORNOGRAFIA

9 Set

Oggi ho lavorato come una mula e ho bisogno di relax, evidentemente ho la psiche talmente frastagliata dal disappunto esistenziale che per me rilassarsi equivale a quello che sto per fare e cioè a dire commentare un succosissimo racconto hot. Ad ognuno il suo. Il racconto è preso dal solito sito (ciao amici!) e i miei commenti sono quelli corsivamente colorati.

Avevamo litigato ancora. I motivi sempre diversi, ma il nostro punto debole erano le incomprensioni. (del resto di solito si litiga perché ci si trova d’amore e d’accordo su ogni cosa. Chiaro.) Comunicavamo molto in apparenza (vedi questi due e pensi: “cazzo guarda come comunicano quelli”), circa 30/50 mail al giorno, non telegrafiche (avete delle dita con delle terminazioni nervose o salsicciotti insensibili legati alle falangi?), eppure bastava una parola o una frase per creare densi nuvoloni di rabbia tra noi. (dei novelli Fantozzi, insomma)
Così, tramite offerte su internet, ho trovato qualcosa che piacesse ad entrambi: un percorso sauna, bagno turco, doccia sensoriale, vasca idromassaggio, piscina riscaldata e due massaggi per una durata di tre ore in un bellissimo centro benessere a 99 euro invece di 250.
(qui l’autore ha proprio riportato l’annuncio di Groupon per dovere di cronaca e veridicità informativa)
Questo si trovava in un’enorme albergo 4 stelle (che era contenuto a sua volta dentro un enorme apostrofo che non serve a nulla) ha più di 10 piani (qualcosa di inconcepibile nel 2012). All’ultimo il centro benessere (specifichiamo così non vi sbagliate se volete andarci). Una volta (tanto tempo fa?) in costume e con gli accappatoi ci hanno fatto entrare (con le sedie a rotelle?) nella stanza con l’idromassaggio. Una stanza rettangolare molto ampia. Con pavimento a lastroni opachi in ardesia. Un mobiletto in vengè scuro. (e qualche chiazza di vomito a rallegrare il piastrellato, no?) Vicino all’ingresso sulla sinistra la sauna ed il bagno turco, di fronte le docce sensoriali. (ma è un racconto erotico od un esperimento di narrazione 3D con minuzie estenuanti di particolari?) Più avanti di fronte all’ingresso la vasca di acqua ghiacciata con cascata dall’alto a richiesta (A MARIOH, MA CHE GLIELA DAI NA SPINTA A STA CASCATA CHE ME STA SUDANDO ER CULO?), circondata di comode poltrone bianche dove abbiamo guastato un tè alle erbe (hanno guastato loro, teneri) e sulla destra la vasca idromassaggio (ooh cazzo, finalmente, sembrava na gita). Abbiamo fatto tutto con estrema calma (così come i vostri neuroni), apprezzando ogni istante, parlando della brutta esperienza passata per esorcizzarla (sbiancamenti anali, quanto dolore). La sauna.. La doccia.. Il bagno turco.. La doccia.. (la doccia, le ripetizioni inutili, la doccia) Credo che avremo fatto almeno 4 giri in ogni di questi posti (un valzer praticamente), lentamente assaporando ogni istante (l’abbiamo capito, lentamente), poi la vasca idromassaggio.. Ci saremo stati almeno mezz’ora. (ok, cazzo!) Nessuno ci ha disturbati mai pur essendoci altre persone a usufruire della struttura. (Siamo tutti estremamente gaudiosi per questa vostra felicissima esperienza, tornate a trovarci!)
Tutto era fatto in modo per non incontrarsi (ma chi vi vuole vedere?). Dovremmo essere rimasti lì circa un’ ora e mezza. (ohmaporcogiuda, mezz’ora o un’ora e mezza?) Abbiamo fatto un po’ di piscina riscaldata (braaavi!)osservando il sole che finiva di tramontare dalle grosse  finestre (ehi, guarda quant”è grossa quella finestra!), e le prime luci accendersi sulla città. Se non ricordo male (ricordi male sicuramente) si vedeva fino al Duomo tanto era tersa l’aria (ma l’aria sarà stata schifata più che altro, e s’è spostata). Poi ci hanno chiamato per i massaggi (AGENOREEE, FAI UN PO’ VENI’ QUEI DUE SCIROCCATI CHE STANNO A GUASTA’ IL THE’ ALLE ERBE)
Siamo scesi in accappatoio di qualche piano in ascensore (in accappatoio o in ascensore?Decidetevi) e ci hanno fatto entrare in una camera (specifichiamo). Non grande, non piccola. (ok, non specifichiamo allora) Lì ci aspettavano le due massaggiatrici, luci soffuse di candele, musica romantica dal cd (dal culo pareva difficile, effettivamente), profumo di incenso al sandalo (sandalo sudato eh), pavimento a listoni mogano (aridaje con le descrizioni), in centro i due lettini per massaggi. Ci hanno dato gli slip monouso che abbiamo indossato nel bagno (BASTAAA) anche quello in ardesia (BASTAAA) con una doccia enorme ci si poteva stare in 3/4 senza darsi noia..(EVVABBENE ABBIAMO CAPITO MINCHIA!) Ci hanno fatto un massaggio corpo di circa un’ ora ed ho trovato la cosa molto eccitante. (ohhh e ci voleva tanto a dirlo? 700 parole per dire “sono andato al centro massaggi e sì mi si acceso il pene”)
Erano mesi che nessuno mi toccava. Certo l’intento non era quello della ragazza che mi stava massaggiando, ma sono fatta (a ma mminchia, è na donna che racconta? Mah) di carne e le mie pulsioni si erano risvegliate alle prime (luci dell’alba) attenzioni. Un altro massaggio al viso di mezz’ora (cioè sono là dentro da 2 settimane ormai) mi fece capire quanto necessitassi di contatto. Poi abbiamo fatto la doccia (l’avete costruita, che bravi). le due massaggiatrici mi dissero che potevamo stare tutto il tempo che volevamo e si congedarono. (“aggià firnut cco massagg ve lassam chiavà npace”)
I ns (…) corpi erano completamente unti d’olio (e aglio).. Ci baciammo e ci accarezzammo.. Il tuo desiderio è evidente.. (a me fai schifo, sinceramente) Vuoi verificare il mio.. Mi metti a 90 appoggiata al lettino. La stanza è chiusa a chiave il corridoio che hai controllato è deserto (hanno prima chiusa la porta, poi controllato il corridoio dalla serratura). Mi sfiori da fuori (allora la porta è aperta).. Non sei convinto (faceva di no con la testa e la mano sotto il mento) e metti un dito.. Sono fradicia. Approfittando di un po’ olio rimasto sul mobiletto me lo versi a filo sulla spaccatura del sedere (e girandoti di scatto hai esclamato “t’avevo detto di portare la cipolla, bottana) buttando provvidenzialmente un asciugamano sotto di me per non sporcare a terra (che uomo di casa).. Io fermo impaziente..(fermo? ma qualcuno di voi ha mica capito quanti sono, cosa sono? a questo punto potrebbero anche essere criceti eh) Non so cosa aspettarmi..(sto cazzo, ascolta a me)
Poggi l’olio (ma leggi prima l’etichetta) e metti la mano vicina al mio sesso.. Mi ordini di tenermi aperta (IO TI ORDINO DI STARE APERTA COI POTERI CONFERITIMI DALLA CRICCA DI ROCCO SIFFREDI) e spingi con la mano a cuneo…. (ma non è un po’ lontano?) Mugolo tra dolore e piacere.. Mi ordini di spingermi dentro da sola..(IO TI ORDINO ORA E SEMPRE DI SPINGERTI DENTRO DA SOLA!) Tentenno  perché fa male ma sono eccitata quindi spingo.. A più riprese (ciak uno: lo spingimento dentro da sola, parte prima) cercando di farti entrare dentro me ma non riesco.. Mi infili anche due dita dietro.. (che ce le avevi in più e non sapevi giustamente che fartene) La sensazione di dolore/piacere così è molto più intensa.. Non capisco più nulla.. Mi piace e mi fa male allo stesso tempo.. Ora spingi più forte nel culo (aaaah eccallà, un po’ di finezza)… Fino a farmi urlare di dolore. Ti imploro di smettere.. (dishgrazziato mi hai sfonduto lu culu, la malidizioni di lu ddiu ti mandai ora!)
Togli le dita ma non sei soddisfatto (del resto chi gioirebbe di una mano monca?) e dato che mi sono lamentata e non ho saputo resistere mi fai inginocchiare al tuo cospetto. Il tuo sesso è rosso violaceo gonfio e duro di eccitazione (è un galleggiante praticamente), lo sguardo è severo.. (ricordiamo che i protagonisti di questi racconti sono sempre tutti simpaticamente strabici) Metti una mano sulla mia testa mentre io cerco di avvicinare (ammazza, ti risulta così difficile, gioia?) la bocca al tuo glande. Posso solo leccarlo in punta di lingua (da qui la tipica espressione “avercelo sulla punta della lingua”) e tu mi chiedi: “lo vuoi..?” “si padrone!” rispondo (abbaiando).. Ma tu non mi permetti di avvicinarmi.. (ma con chi ce l’hai oh? io sto solo commentando) Finché (finché?) mi aprì la bocca e lo infili (posso fare un saluto a casa? Saluto i tempi verbali che mi stanno guardando) quasi fino alla radice senza farmi prendere fiato..
Mi pompi con forza la bocca per almeno 10 minuti (un’immagine toccante). Quasi senza farmi prendere fiato. Poi lo togli (è tutto un vorticare di bisturi quella stanza) mi metti carponi sul pavimento e restando semi eretto me lo metti nel culo senza esitazione (così, a cuor leggero, fischiettando). La boccetta dell’olio in poche mosse finisce nella mia fica (HELL’S KITCHEN, praticamente)  che gronda di umori e olio (e pasta al pesto).. Mi inculi violentemente spingendo l’oggetto dentro di me allo stesso tempo (quanta atleticità sprecata).. Mi stai spaccando.. Io urlo di dolore.. Ma sto anche per venire.(ricordiamo agli amici che ci leggono che lei è partita per Cuneo, se non ho capito male). Ti imploro di insistere.. “Forte padrone!! Più forte!! Dammelo tuttoooooooo!! Porco Xxx..!!!!!” Godo così urlando e bestemmiando. (AHAHAHAHAHAHAHHAHAAHAH LA BESTEMMIA! HAHAHAHAHAH)
E appena ripreso fiato mi giri (sono su un barbecue), lo infili nella mia bocca e vieni copiosamente facendomi quasi soffocare (è quello della Lola)… Ripresi entrambi fiato (sono in apnea da 56 minuti)  entriamo in doccia ed io mi occupo di te, lavandoti con attenzione e dolcezza per toglierti l’olio dalla pelle.. Lavandoti i capelli delicatamente.. E dopo asciugandoti amorevolmente (lui praticamente è ridotto ad un vegetale). Io faccio più veloce possibile la mia pulizia (si soffia solamente il naso) mentre ti asciughi i capelli col phon (non petando?). Una volta pronti andiamo a vestirci al piano di sopra..(non erano all’ultimo piano? mah) Mi guardi soddisfatto e fai quel tuo solito sorriso a mezza bocca che sembra dire “hai visto quanto so fico?” (HAHAHAHAHAHAAH). Ti guardo col cuore gonfio di adorazione.. (forse abbiamo anche qualcosina di gonfio da qualche parte, oltre al cuore) Ti bacio.. Mi abbracci.. Non vorrei essere in nessun altro posto adesso… (e io ne sono ben felice perché vuol dire che non siete neanche qui con me).

Vi ringrazio per la cortese attenzione
io  e le massaggiatrici  vi congediamo a modo nostro: AGGIà FIRNUT U SPETTACL!

#idominatori

9 Nov

In questo momento di terribile smarrimento economico, politico e culturale non posso che propinarvi nefandezze di questo tipo per contribuire, nel mio piccolo, all’estinzione della razza umana.

Per Danila quella era la prima volta in quel bar “per gente sola”… (gente falsa, lo ricordiamo)
Ancora allora si chiedeva come aveva potuto cedere alle richieste di Gabriella… (Danì, ma non ce potevi penzà meglio, benedetta ragazza?)

L’amica l’aveva tampinata per giorni e per settimane (per giorni o per settimane?), dopo che quell’innominabile del suo ex moroso, Terenzio l’aveva mollata… (Terenzio era noto per le sue scorreggine devastanti)

L’aveva liquidata (t’ha dato i soldi, che vuoi di più?), lei usava proprio quel termine, “liquidata” con un sms… (e abbiamo capito “liquidata”)

E senza nemmeno usare tutti i caratteri concessi… (d0veva per forza usare tutto l’alfabeto, è considerata una questione di rispetto nei confronti dei dislessici)
“Mi spiace Danila ma è finita!!!”
(chiaro e netto!)
E quello era stato tutto…!!!
Per una relazione durata cinque anni e che tutti pensavano dovesse terminare davanti ad un Sacerdote (Sacerdote scritto maiuscolo sa di setta satanica) con due testimoni ed entrambe le famiglie riunite per festeggiare il “Gran Giorno”…

Ed invece… (ed invece no, non sarebbe stata una messa nera)

“Dai Dani!!! Uscire una sera non potrà farti che bene!!! (Uscire le sere è molto emozionante! Dani!) E poi è ora di “rientrare sul mercato”…!!!”(il marciapiede mi manca un sacco!), le aveva detto, e ripetuto, fino allo sfinimento, Gabriella.
Rientrare sul mercato… (mumble mumble)
Sta di fatto che la tenacia di Gabriella aveva avuto la meglio sulle resistenze dell’amica.
Ed un venerdì sera le due, elegantissime ed appetitose, avevano fatto il loro ingresso nel locale “Il lupo ululante”. (incommentabile)
Già dal nome qualcosa non avrebbe dovuto quadrare  a Gabriella ma, come Danila ben sapeva, dopo più di vent’anni di amicizia, in certe occasioni il cervello della sua amica segnalava “Tilt!” come, e più, che se fosse stato un flipper guasto… (in altre parole: sono due deficienti)

E così eccole lì, inguainate nei loro tubini aderentissimi, rosso vermiglio per Danila, e blu notte per Gabriella (ma che è, Capodanno?), nei loro collant coprenti, neri per entrambe, e con dei sandali tacco 15 da infarto, o da storta immediata come avrebbe detto, anzi diceva, la madre di Danila vedendola arrivare alla casa natale su di un paio dei suoi “trampoli” (ma cosa cazzo cosa -cazzo- c’entra questo aneddoto ora?) , accomodate ad un tavolino d’angolo con davanti due Bellini, alla mercè degli sguardi lussuriosi di un’orda di uomini che sembravano aver visto meno donne di un trivellatore petrolifero delle piattaforme artiche. (stereotipi a strafottere)

Da quella folla di assatanati (ma cosa dovrebbero fare con due zoccolacce davanti?) emersero due tipi che sembravano dei veri gentleman…

Entrambi con indosso “spezzati” giacca e pantaloni (n’altra coppia di gemellini, il Quartetto Ceppa), giacca verdona su pantaloni ghiaccio (ma non sono un po’ scivolosi da indossare?) per il primo, Nicola, come le due amiche scoprirono chiamarsi l’uomo dai capelli sale e pepe (forfora e pidocchi?), sulla cinquantina (ricordiamo che questo è un modo, utilizzato in Alta Letteratura Erotica, per indicare l’altezza di qualcuno) , e giacca mattone (ma non è un po’ pesante?) su pantaloni cachi per Federico (cioè: sono vestiti come due tamarri di merda), fisico palestrato, capelli castani, leggermente radi sulle tempie, ed occhi neri, dall’apparente età di quaranta-quarantacinque anni. (Un quarantacinquenne palestrato coi pantaloni cachi è un’immagine devastante)

I due chiedono di potersi accomodare al tavolo di Danila e Gabriella e, ricevutone  il permesso, prendono posto e cominciano subito a parlare amabilmente... (della grave crisi finanziaria delle banche europee e contestualmente della regressione culturale che attanaglia la società italiana berlusconiana unitamente all’anacronismo imperante dello stato vaticano la cui ingerenza è ormai da considerarsi inammissibile e fuoriluogo)

Fattasi l’ora (e non sarà l’unica a ricevere questo trattamento) della chiusura del locale, ed essendosi creato (o anche “venutosi a formare”) un clima quasi di familiarità tra le due amiche ed i due uomini, Nicola e Federico, che nella vita “reale” erano fratelli (ma perché siamo dentro Matrix?), avevano avuto buon gioco ad invitare le due ragazze nella loro “tana da scapoli”…(sicuramente per un approfondimento con doviziose slides su filosofie economiche del secolo scorso)

I due uomini conducono le ragazze, in macchina, fino ad una casa nella campagna parmense... (cioè ci sono tutti gli elementi per uno stupro con occultamento di cadavere, ma loro sono lì giulive col tacco 15 infartuato)

La casa, vista da fuori, era una casa come tante. (ma che vuol dire? io che ne so di come sia una casa come tante nella campagna parmense, per esempio?)

Non appena però i due uomini introducono le due nuove amiche nelle stanze più interne della casa (l’ala ovest), la storia cambia radicalmente… (quale storia?)

I lampadari di cristallo lasciano il posto a  (aspettate un attimo: in mezzo alla campagna parmense c’è una casa-castello normale con lampadari di cristallo?)
“lampadine da veglia”, come le chiamava la nonna di Gabriella, appese a fili pendenti dal soffitto… (ricordiamo quanto sia importante l’opinione della NONNA di Gabriella)

Anche le pareti, dalla ricercatezza delle decorazioni delle zone “pubbliche” della casa (chissà quali sono le zone pubbliche di casa mia), diventano di legno grezzo e scrostato… (a noi piace solo il legno fine e incrostato)

L’arredamento poi… (non ne parliamo, guarda)

Più che a delle stanze dove possono trovarsi a proprio agio dei “normali” esseri umani (e quindi cosa che non ci riguarda) erano una via di mezzo tra la stanza delle torture dell’Inquisizione e la cantina di Barbablu.  (una via di mezzo tra il braccio della morte texano e il villaggio dei Puffi)

Le due ragazze rimangono totalmente spiazzate da quel fatto… (ma non accennano minimamente ad andarsene ché fa brutto)
Talmente spiazzate da esserne paralizzate… (in realtà correre sul tacco 15 da baldraccone non servirebbe ad un cazzo, diciamo la verità)

E così i due fratelli hanno buon gioco (già la seconda volta che viene usata questa espressione che boh) a richiudere la porta alle loro spalle e fissarla con robusti chiavistelli e lucchetti imprigionandole… (ahahah ma che linguaggio medioevale è mai questo?)

A questo punto i due rivelano appieno le loro intenzioni… (con una breve conferenza stampa)

Prima iniziano a palpeggiare pesantemente le due ragazze, passandosele tra loro… (allora non è palpeggiare, ma “palleggiare”)

Quindi le spogliano senza alcun riguardo, strappando loro i vestiti di dosso… (a me piace immaginare che facciano tutto contemporaneamente, dà l’idea di una scena molto ritmata)
Dopo averle denudate completamente (l’abbiamo capitoooo!)  le costringono a rimettersi i sandali ai quali però hanno provveduto a spezzare il tacco a spillo (ma hanno delle mani questi, o delle chiavi inglesi?) per usarlo come ulteriore strumento di tortura…

“Ed ora bellezze arriva il bello!!!”, esordisce Nicola. (che altrimenti avrebbe anche potuto dire “ora bruttezze, arriva il brutto”)
Le ragazze (per nulla ingenue, comunque) non capiscono quale sia “il bello” fino a che non vedono (sorpresa sopresa) i due uomini che, levati i vestiti eleganti e “formali” sono rimasti con delle imbracature di pelle con tanto di borchie metalliche, con in mano una lunga corda ciascuno... (quindi costoro sotto i vestiti normali avevano tanto di borchie e una corda in mano ciascuno, vabbè)

“Hey…!!! No!!! Ma che fate???”, domanda Danila. (Molto realistico)

L’unica risposta che riceve è un “Shhhhh!!!” sibilatole (SIBILATOLE!) all’orecchio da Federico il quale, subito, inizia a legarla come un salame…  

La legatura è formata da svariati intrecci fissati con nodi scorsoi… (CAZZO, davvero?)
Sui seni… Di questi ultimi (ma chi?) vengono lasciati sporgere i capezzoli con le relative aureole (LE SANTE TETTE! Autore, porcamiseriaporca, si dice AREOLE), ed una piccola porzione (con millimetriche precisione) della parte terminale  di ciascuno…  (linguaggio ingegneristico)

Braccia e gambe sono poi legate a parte (in separata sede), con dell’altra corda e poi unite tra loro da un terzo pezzo di corda con applicato un grosso anello di ferro… (ragazzi sicuri? fatemi vedere il progetto)

Mentre Federico pensa (intensamente) a Danila, Gabriella viene “impacchettata” alla stessa maniera da Nicola…(che però nella confusione si incolla lo scroto al muro)

“Ed ora vi fisseremo ai ganci pendenti dal soffitto, ragazze!!!”, dice Federico (schiarendosi la voce), “E quindi vi caleremo adagio adagio (ma rumorosamente) in modo che voi possiate succhiare le nostre belle aste…(ma fatemi il piacere!)

“Ahhhh…!!! Che non vi venga in mente, a nessuna di voi, di mordere i nostri “amici” perchè, ed è una promessa, ve ne pentireste amaramente…!!!” (non lo posso commentare, mi dispiace, è una cosa troppo cretina. Scusate) , dice Nicola concludendo quella breve presentazione (e riponendo il grafico) della prima parte dei giochi…

E dopo pochi minuti quel gioco erotico malato e perverso ha inizio… (determinata condanna dell’autore per quello che sta accadendo)

Nicola e Federico stesi a terra a far fare lo yo-yo alle due povere ragazze costrette a succhiare i loro membri per poi essere nuovamente issate… (come cazzo fanno ad issare, sono stesi a terra.. ci rinuncio)

E poi calate nuovamente per qualche istante sui loro “oggetti di piacere”… (quindi quei due bifolchi che le hanno sequestrate per loro sono “oggetti di piacere”, ma certamente)
E così via… (eccetera eccetera)
Per molte volte… (svariati pezzi di tempo)
E per molti minuti….( c’è un pubblico di nani che osserva)

Soltanto al momento di punta massima dell’orgasmo dei due uomini le ragazze non vengono fatte risalire ma lasciate ad ultimare il proprio lavoro… (tutto contemporaneamente ovviamente, nessun intoppo, è un microcosmo di perfezione questo racconto, il migliore dei mondi possibile direbbe Voltaire)

Al momento dell’orgasmo vero e proprio i due uomini inondano le bocche, le gole ed i visi delle due giovani… (e le province limitrofe e villaggi autoctoni)

Al termine di questo “gioco” le due ragazze vengono sganciate dal gancio (o anche slacciate dal laccio) a carrucola…

Anche le braccia e le gambe, pur restando legate vengono sciolte dalle legatura che le univa tra loro… (?)

“Ed ora”, disse Nicola (che era conosciuto negli ambienti come “l’intelligentone”), “passiamo a qualcosa che sicuramente vi piacerà di più!!!”

E detto questo i due uomini sciolgono i nodi (da 25 minuti non fanno altro che sciogliere e legare, sciogliere e legare) che assicuravano le corde nelle zone delle micette (ma per cortesia) e dei sederini ben disegnati (non ci vuole mica Monet a disegnare un culo: è una linea curva) delle due ragazze…

“Non vorrete mica…” ( “…asportarci il cervello? perché vi devo deludere, non ne abbiamo. Gne gne gne”) tenta di dire Gabriella.
“Shhhhhh…!!!”, è di nuovo l’unica risposta che giunge.

Subito dopo i due uomini allargano per bene le gambe a Danila e Gabriella in modo da avere ben in vista i loro buchetti posteriori ed iniziano a “giocarci” con i loro medi sinistri… (ATTENZIONE, SIGNORI, I LORO MEDI SINISTRI, nessun altro dito è stato coinvolto, per entrambi)

Prima ne disegnano il contorno e poi, dopo qualche giro di quel genere (non ce la faccio a commentare, di nuovo), senza preavviso (questa è una cosa molto maleducata da fare), iniziano ad infilare le loro dita dentro l’ano delle ragazze…
Sempre più a fondo ad ogni colpo… (dita lunghissime, suppongo)

Inizialmente Danila e Gabriella gridano, più per la sorpresa che per del vero dolore (questo la dice lunga sulle loro abitudini), ma poi, mano a mano che la penetrazione anale (specifichiamo) continua, facendosi più intensa e veloce, le due amiche cominciano a gemere di piacere… ( un due tre un due tre, in simultanea)

“Hai sentito come gemono le nostre “Schiave del sesso”???”, chiede Federico a Nicola. (incommentabile)

“Ho sentito sì!!!”, risponde l’altro strizzandogli l’occhio (facendo schizzare il sangue ovunque), quindi continua, “Bisognerà provvedere a che godano ancora di più, che te ne pare???” “Pienamente d’accordo!!!”, assente Federico. (sono in riunione loro)

E presi due vibratori posati sul pavimento poco distanti da dove si trovavano in quel momento (fanno tutto insieme loro), li infilano su per le topine delle ragazze regolando la velocità ad un grado “sostenuto”…!!! (si sincronizzano)

I gemiti delle due amiche a questo punto aumentano di intensità (s0no delle anatre ormai) e dalle loro passerotte (ma per piaceeeeeeeere) comincia, dopo qualche minuto, a fuoriuscire del liquido denso e profumato… (odore intensissimo di rose)Sono gli umori di Gabriella e Danila le quali, ormai ad un altissimo grado di piacere (siamo quasi alla CENTRIFUGA ormai) iniziano ad avere un fortissimo orgasmo…!!! (SI SPACCANO I VETRI ALLE FINESTRE CON UN RUMORE ASSORDANTE)

A questo punto i due uomini rimuovono gli oggetti di piacere meccanico e, continuando a stantuffarne i buchini posteriori si chinano con la bocca in corrispondenza delle prugnette di Danila e Gabriella cominciando a succhiarle… (RICORDIAMO AMICI che siamo al circo e tutto ciò avviene in modo perfettamente sincronizzato tra tutti e quattro i personaggi)

Le succhiano e con la lingua ne titillano i clitoridi…!!! (tutti insieme, dai! )

Le due ragazze aumentano ancora l’intensità dei propri gemiti di piacere… ( è una scalata senza fine, davvero, non c’è limite al piacere titillante)

Ad un certo punto Nicola e Federico si accorgono che anche da dietro le due ragazze iniziano ad emanare liquidi tipici dell’orgasmo… (sono dei colabrodo, ormai)

Raggiunto anche quel punto di piacere (?)  le due giovani donne cominciano ad essere scosse da violenti brividi di piacere… (tanto da azionare una turbina che collegata ad una serie di altri marchingegni fa partire dei fuochi d’artificio sulla collina all’orizzonte)

I due uomini allora le sciolgono liberandole completamente e lasciandole lì per terrà a riprendersi da quell’impetuosa ondata di piacere… (ce li hanno presentati come due gentleman in mezzo ad una folla di assatanati del resto)

Un piacere doppio… (al bancone del bar?)

Le avrebbero volute portare in bagno perchè si lavassero ma quando, tentando di farle rialzare si accorsero che le gambe di entrambe le ragazze erano molli quasi fossero fatte di gelatina decisero di rimandare la “Fase Bagno” al momento in cui le due giovani fossero nuovamente padrone dei propri corpi…
Dopo una buona mezz’ora i due uomini rientrarono nella stanza dov’erano le ragazze e, trovatele finalmente in grado di reggersi sulle gambe, le condussero in bagno affinchè si dessero una ripulita. ( non ho voluto interrompere il flusso della narrazione perché le immagini descritte e l’umanità che ne promanava mi hanno commossa ed in un moto di rispetto, mi sono concessa il silenzio)

Quando tanto Danila quanto Gabriella si furono lavate (tutto molto tranquillamente eh, le hanno scotennate, ma loro vanno in bagno a lavarsi e scherzare) i due uomini le condussero in camera da letto.  (a leggere un buon libro, appunto)
Per le ragazze e per i loro “cavalieri” la notte era ancora giovane e carica di piaceri...(svolta positiva e chiusura a lieto fine: grazie autore, un mondo migliore è possibile)
Mi raccomando, non rifate a casa le cose che avete letto.  Anche perché: chi cazzo li sa fare i nodi scorsoi sulle tette?

#Rossano

3 Nov

Innanzitutto vi ringrazio per la grande eco (sì, eco è femminile) che ha avuto la storia dell’accattivante stallone: #Fulgenzio.
Dimenticheremo difficilmente i suoi cabaret di dolcini.

Non vorrei comunque perdermi in chiacchiere passo subito a  presentarvi, già sopraffatta dalla lascivia, la conturbante storia de… *brivido di piacere*

–  LO SCHIAVO  –

Rossano era un uomo sulla quarantina, alto (è alto perché sulla quarantina, no? fosse stato sotto non sarebbe stata la stessa cosa), magrissimo, con occhi verdi e capelli ormai estremamente radi (perché non “drammaticamente”)
Non riuscendo a trovare compagne con cui rapporti (decise di parlare improvvisamente con frasi senza senso) “da pari a pari” (che è? Inter – Milan?) decide di mettersi sul mercato virtuale… (prezzi modici)
L’annuncio di Rossano suona così (“Stop coi Beatles Stop! Stop coi Rolling Stones!”): “Uomo sulla quarantina (ci sta proprio comodo), predisposto alla subordinazione, cerca donna che lo domini…”  (telefonare ore pasti)

Tra di esse (ma dove sono? chi?) ve n’è una in particolare che colpisce (spero molto dolorosamente) l’attenzione dell’uomo…Si professa una dominatrice assoluta ed un amante dei rapporti “strap-on”…
In fondo per lui dover essere dominato non riveste certo un problema… (ha superato lo shock del nome,  figurati se non può affrontare un po’ di sana e gioiosa dominazione)
Ciononostante
(avverbio tipico di un racconto erotico)è tanta la sua “fame di sesso”, in qualunque forma (anche conica), che accetta… (Rossano il boscaiolo)
E così i due si accordano per incontrarsi presso un alberghetto ad ore dell’hinterland milanese, un venerdì sera. (ma perché non gardaland, si sarebbero divertiti di più, dico io)

La scelta cade proprio su quel giorno ( l’altresì noto: giorno buccia di banana) in quanto Fiorellino (proprio il tipico nome della donna dominante per eccellenza) il sabato non ha impegni pressanti  la mattina (“la pressanza degli impegni”) e, se le cose andassero per le lunghe, potrebbe permettersi di attardarsi (chi non può permettersi di attardarsi al giorno d’oggisi) quel po’ in più…

E poi anche lo “slave” di turno al sabato non deve andare in ufficio. (veramente a rigor di logica uno slave dovrebbe andarci anche di sabato, che schiavo è altrimenti?)

I due si accordano per andare al loro luogo di incontro con due macchine... (hanno contattato un’equipe di studiosi di fisica quantistica per giungere a tal ingegnoso accordo)

“La prima ad arrivare sarò io, così avrò modo di preparare tutto!!!”, gli scrive Fiorellino sulla chat usata sin dall’inizio per tutti i loro contatti preliminari (durati in tutto 6 mesi perché arricchiti dallo studio dell’insieme dei numeri razionali assoluti e del primo principio della termodinamica), “Tu arriverai solo verso le otto di sera!!!”

Fiorellino anticipa il proprio arrivo a destinazione (anticipa rispetto a cosa se aveva già detto che sarebbe andata prima lei? anticipa il suo stesso anticipo?)  all’alberghetto “Segreti Incontri di Letto” , un nome che è tutto un programma (devo commentare?), giungendo sul posto ad un quarto alle sei di sera… (addirittura l’orario all’inglese)

Arrivata in albergo, se perdere tempo (è una domanda?) si fa consegnare la chiave della stanza  e sale svelta le sei rampe da tredici scalini ciascuna (particolare molto importante per capire la storia e suggerito nuovamente dall’equipe di scienziati di cui sopra) che dall’atrio del piccolo e riservatissimo albergo (del resto con un’insegna come “Segreti incontri di Letto” non può essere che un luogo che non dà nell’occhio), la portano (in barella?) alla stanza che lei ha prenotato, per sicurezza, fino alle nove del mattino seguente…

Sostituisce le lenzuola d’ordinanza (ma che è, ‘na caserma?) con delle lenzuola di raso nero, che ha portato con sé in una sacca da viaggio…(ma che è, n’immigrata?)
Quindi dissemina la stanzetta, piccola ma confortevole, di candele, nere anch’esse…
Alle otto, quando il ragazzo al banco della ricezione (dire “reception” avrebbe fatto troppo snob, è vero) la avvisa dell’arrivo del “signore che stava aspettando”, Fiorellino accende tutte le candele (con una portentosa fiamma ossidrica) e, aperta la porta d’entrata in modo da non dover interrompere la propria preparazione, si rifugia in bagno… (un colpo di genio, insomma)
Due minuti dopo la telefonata del ragazzo della ricezione bussano alla porta…
Fiorellino, ben sapendo chi sia, urla dal bagno: “Avanti!!!”
E Rossano, aperta la porta della stanza, entra… (grazie per questa precisazione, grazie)

La vista del letto gigantesco (ma la stanza non era piccola?)  ricoperto dalle lenzuola  (no scusa, ri-coperto dalle coperte, no?) di raso nero e, soprattutto, quella di tutte quelle candele accese , gli crea un moto di paura… (uuh, che tenero Rossano che si spaventa!)

Più che di semplice paura… (l’aggettivo “semplice” accostato al termine “paura”, mai sentito in vita mia)

L’uomo però non fa a tempo a raggiungere il culmine di quello stato d’animo (chissà cosa avrebbe comportato…)  perchè dopo un minuto o poco più riemerge dal bagno Fiorellino. (aaah, in bagno c’è una piscina, dunque)

E’ completamente nuda, rivestita solamente da una sorta di imbracatura di pelle (“imbracatura di pelle” is the new= nuda), munita di un membro di plastica sul davanti…(dietro è di ferro)
“Bene, bene!!! (bene virgola bene!!!) Ecco qua il mio “schiavetto” di stanotte…!!!”, esclama Fiorellino dando una bella pacca sul dietro dei pantaloni di velluto (“dietro dei pantaloni” is the new culo) di Rossano.

Rossano tenta di darsi un contegno (ma se non ha fatto nulla) ma la vista di quella donna e soprattutto della sua bardatura (ma che è, ‘n cavallo?) fanno cadere qualunque velleità virile dell’uomo… (scoppia a piangere?)
“Allora tesoro…!!! Di là c’è il bagno… Quando sarai pronto raggiungimi…!!!”(altrimenti c’è questa marea di puntini, ti puoi tuffare qui), gli dice Fiorellino, “Ahhhh…!!! Mi raccomando…!!! Non ti voglio completamente nudo… Non adesso… Non ancora…!!! Tieni indosso le mutande (o i boxer) ed i calzini…!!!” (mentre parla usa anche le parentesi, così Rossano recepisce meglio il comando)
Rossano, obbediente e servizievole, entra nel bagno… (al solito, con molta calma)

Dopo cinque minuti (dal tuffo) ne riemerge con indosso, come da ordini della sua “padrona”, i calzini color grigio topo ed i boxer di cotone azzurrino chiarissimo… (azzurrino scurissimo sarebbe stato un po’ difficile)

“Perfetto tesoro…!!!”, esordisce Fiorellino.

“Ora voglio tu ti metta a quattro zampe…”, gli ordina Fiorellino, “Che ti metta a quattro zampe (“ho capito cazzo, a quattro zampe sono mica sordo” pensa il povero Rossano) e che mi baci i piedi!!!”

Rossano, non senza imbarazzo, si mette a quattro zampe e si protende (sinceramente io avrei messo “si estroflette”) verso i piedi nudi di Fiorellino.  

Mentre Rossano è intento a leccare i (a contare le dita dei) piedi della propria “padrona” sente uno strappo netto provenire dal retro dei suoi boxer… (giganteschi)
“Non temere, non è niente… Ho solo preparato la strada per dopo, tesoro…!!!”, gli dice Fiorellino strizzandogli l’occhio. (e causandogli quindi un male terribile alla cornea)
Rossano continua a leccare i piedi di Fiorellino (che sono tantissimi), però ora avanzando come un cagnolino per la stanza…

Fiorellino infatti ha cominciato ad indietreggiare verso il letto… (non si capisce però, la dinamica di questi movimenti visto che: A) la stanza è piccola B) ci sono candele ovunque C) il letto è gigantesco)

(Ma comunque..) Giunta lì si adagia, appoggiandosi sugli avambracci…(i famosi avambracci opponibili)

In questa posizione alza i piedi da terra (con estrema fatica)  ed ordina al proprio “schiavo” di leccare per bene anche le piante dei piedi…(che stanno seccando)

E Rossano lo “schiavo servizievole” esegue… (uno schiavo non servizievole cosa avrebbe fatto invece?)

Mentre Rossano è intento in questo compito (difficilissimo per lui) Fiorellino comincia a toccarsi tra le cosce autoeccitandosi… (brandendo il telecomando di una macchina radiocomandata)
“Ora basta con i piedi!!!”, ordina Fiorellino al proprio “servitore sessuale”.
(noi preferiamo chiamarlo Rossano se non ti dispiace)
Rossano smette all’istante di leccare i piedi della donna e rialza la testa pronto a ricevere nuovi ordini…

Davanti a se però non trova più Fiorellino (come fa a non esserci più lei se un istante prima lui era lì a leccarle i piedi?)  ma il muro bianco della stanza carico delle ombre, piuttosto sinistre, proiettate da tutte quelle candele…

“Dove sei padrona???”, chiede Rossano spaesato. (con questo si è sorpassato il limite del ridicolo, anzi il ridicolo fa ciaociao con la manina in lontananza)
“Sono qui…”, gli risponde Fiorellino da dietro di lui (chiusa dentro un involucro di filo spinato), “Sono qui e mi sto preparando per il secondo atto della nostra “Commedia del sesso”…!!!” (oooh finalmente un termine azzeccato: commedia!)
Quelle ultime parole giungono (sempre con moltissima calma) alle orecchie di Rossano come smorzate… (?)

Come se Fiorellino avesse in bocca qualcosa… (quindi Rossano attualmente non la vede e non sa cosa possa essere. Ok. Nella stanza piccola. Ok.)

Ad un certo punto Rossano sente un secondo strappo provenire dai suoi boxer (che a questo punto, hanno preso vita e lui non riesce più a controllarli), stavolta sul davanti…

Dopo un brevissimo lasso di tempo (durato tantissimo tempo) sente una mano (una delle tante) di Fiorellino (che non si sa bene ancora dove sia ubicata)  insinuarsi nell’apertura anteriore dei suoi boxer ed afferrargli il membro…!!! (questi boxer sono solo dei brandelli di stoffa alla Hulk, mi pare di capire)

Fiorellino inizia a masturbare il proprio schiavetto con forza e vigore… (fischiettando allegramente come un carpentiere)

Presto però Rossano sente anche qualcos’altro violare la propria intimità… (ed era un colore che pr0prio non gli piaceva!)

Qualcosa di umido si sta infilando nel suo buchino posteriore…

Rossano sul momento si irrigidisce… (e fa il saluto militare)

Fiorellino però (che è una donna autoritaria e cattiva) lo calma dicendogli: “E’ solo il dito medio della mia mano destra (ubicato nel mio arto superiore, composto da carpo metacarpo e falange) che ti sta penetrando nel sedere…!!! Vedrai quanto piacere ti darò così… E quanto ne riceverai quanto tra poco inizieremo (dopo la recita del rosario in gregoriano) l’atto sessuale vero e proprio con il membro di gomma (o altrimenti detto pneumatico)  montato sul davanti del mio bel costumino…!!!”

Dopo aver detto questo (o anche: avendo proclamato ciò) Fiorellino si mette ancor più di impegno a penetrare da dietro il sedere di Rossano (e finalmente qui si capisce la furbata del nome Ross-ano) e contemporaneamente a masturbarlo…!!! (tutto questo in equilibrio sfidando la forza di gravità)

“Mmmmmmmhhhh…!!! No!!! Qui c’è qualcosa che non va!!!”, dice, ad un tratto Fiorellino, “Sono troppo scomoda così…!!!” (giusto per arricchire il racconto di succosi particolari)
Quindi conclude (che è, ‘n comizio?) ordinando al proprio “servizievole amante” (o anche “disponibilissimo amatore”): “Coraggio!!! Stenditi sul letto a gambe spalancate!!!” (ma soprattutto CORAGGIO!)

Poco dopo anche Fiorellino sale sul letto… (abbandonando quindi il motopeschereccio con il quale girava attorno il letto fino a quel momento)

Si è tolta il proprio paludamento di pelle (si è scorticata da sola, praticamente)  e si mette seduta sulla faccia di Rossano (che muore soffocato, ah no) offrendo alla sua bocca l’apertura (alare) della sua passerina…

“Ora voglio che mi lecchi la passera e ti masturbi mentre io ti succhio il membro…!!!”, (io sono un po’ confusa) dice perentoria Fiorellino.

E lo “schiavetto” esegue…

“Mmmmmmhhhhh…!!! Sei proprio bravo!!! Continua…!!!”, dice Fiorellino al proprio amante, aggiungendo poi (in un secondo momento), “Solo solleva un pochino il bacino che voglio riprendere a penetrarti il sedere mentre succhio la tua sontuosa asta…!!!” (potevate montare un ponteggio borchiato, dico così eh, per dire)

E Rossano solleva (pensando sconsolato “ccche me tocca fa!”), per quel poco che la posizione gli consente il bacino...(ma dove sono, dentro una lavatrice?)

Quello spazio è sufficiente per Fiorellino per riprendere possesso dell’ano dell’uomo… ( e fondare una nuova repubblica)

E così mentre Rossano le lecca magistralmente (con una corona d’alloro in testa) la passerina sempre più fradicia e si masturba, lei gli succhia l’uccello (di certo sono ben organizzati ritmicamente, altrimenti non mi spiego) e lo fruga da dietro…(ma non trova l’accendino che cercava)

L’orgasmo coglie i due amanti quasi all’unisono… (e sono anche molto intonati)

La bocca di Rossano è sommersa dagli umori  dolci di lei (agli estratti di vaniglia e menta piperita) mentre quella di Fiorellino è invasa dal succo caldo e denso (lava, praticamente) di Rossano…

Entrambi si dissetano golosamente di quei liquidi… (e infine ruttarono, dandosi il 5 e ridendo sguaiatamente)

Ma, mentre Fiorellino, pur se eccitatissima, è perfettamente padrona di sé e del proprio corpo (se volete vi fa vedere anche lo scontrino), Rossano è scosso da tremori sempre più violenti quanto più forte diventa il suo orgasmo… (vibra come un frullatore)

“Il mio schiavetto adorato sta godendo come un gran maiale vedo!!! Molto bene!!!”, esclama Fiorellino. (dimostrandosi la signora indiscussa dell’eleganza e dell’eloquio forbito)

E continuando nei propri lavori (tra cui la pescivendola) in simultanea porta Rossano (con un montacarichi) ad uno stato di estasi estrema….

Terminati questi atti (od anche “concluse codeste azioni”)  Fiorellino scende dal letto (usufruendo di una scala secondaria) e dice a Rossano: “Goditi questi ultimi scampoli di orgasmo (diviso in due atti, con intervallo e aperitivo) tesoro mentre io vado a prepararmi per la “Scena madre”!!!” 

E detto questo si allontana verso il bagno… (che era rimasto a guardare esterrefatto tutta la scena)

Da qui però (da questa altura), mentre si prepara reinfilandosi il proprio costumino, osserva il proprio “schiavo” scosso in tutto il corpo da tremori ancora violenti… (ROSSANO STA MORENDO, LO VUOI CAPIRE? CHE STAI A GUARDARE?)

Tremori di piacere e godimento…!!! (e delizioso decesso)

A quella vista Fiorellino non può fare a meno di riprendere (con una telecamera che le avevano regalato a Natale) a toccarsi tra le cosce titillandosi il clitoride (e prendendoselo a pugni) da sotto il costume…

Quando vede che Rossano (ormai morto) ha riacquistato la calma Fiorellino si ricompone e, preso dal beautycase un barattolo (io avrei messo pentolone) di lubrificante col quale ungere (e poi friggere) a dovere l’ano del proprio “schiavetto” prima della “Grande Penetrazione” (guidata dal generale Cadorna in alta uniforme dall’oltretomba), ritorna nella stanza. (accompagnata da un quartetto di tromboni)

“Bene tesoro!!! Ed ora siamo giunti alla “Scena Madre”, come ti dicevo… (adesso ve la spiega per bene) La scena in cui io ti possiedo con il mio membro di plastica nel tuo bellissimo buchino posteriore…!!!”, inizia a dire Fiorellino (per un periodo che va da ora a non si sa quando ma..) che poi conclude rassicurando così il proprio amante: “Non temere però!!! Prima ti ungerò per bene dietro con una gran quantità di lubrificante alla vasellina!!!” (cos’è, la vasellina, il gusto?)

Quindi  fa mettere Rossano a quattro zampe sul letto (aiutandosi con un tridente arrugginito) e, liberatolo dai boxer a brandelli (un simpatico gonnellino hawaiano ormai), comincia a lubrificarlo nell’ano con grandi quantità di vasellina…(mare forza 9 fuggire sì, ma dove?)

Così facendo (molto articolatamente) Fiorellino può godersi quella nuova penetrazione con le dita…(e un pacchetto di Fonzies)

Una volta (ovvero tanti e tanti anni fa) che il buchetto posteriore di Rossano è lubrificato a dovere Fiorellino fa scendere Rossano dal letto (avendo cura che non precipiti) e, fattovelo (FATTOVELO!) appoggiare con le sole mani (GUARDAMI MAMMA, GUARDAMI CON LE SOLE MANI!), lo fa mettere a novanta gradi e, apertegli (APERTEGLI!) per bene la gambe, con pochi colpetti di bacino, lenti ma decisi (e spiritosi) gli entra da dietro e comincia a penetrarlo…

indietro e avanti… (su e giù)

Indietro e avanti… (correndo e saltando)

Mentre lo cavalca a quella maniera (agitando la testa all’urlo di IIIIIIHHHAAAY!), intravvedendo (io intravvedo, tu intravvedi, egli intravvede..) che l’uccello di Rossano comincia di nuovo ad ingrossarsi, tradendo (che stronzo! mi fidavo di te!) una nuova eccitazione (cosa aveva la prima eccitazione meno di questa, eh?), Fiorellino glielo afferra con la mano sinistra (che si trova esattamente dall’altra parte di quella destra) e comincia nuovamente a masturbarlo…!!!
Quella nuova posizione è più confortevole e quindi continua la propria nuova doppia (?) opera di eccitazione…

Dopo qualche minuto (lungo 10 minuti ciascuno) sentendo Rossano prossima a venire nuovamente Fiorella (ombre scarpa giostrare solamente Carletto) ferma la mano e la ritira…(colpendo il muro e facendola rimbalzare)

Riafferrato (con una prodigiosa parata) il proprio amante per i fianchi riparte a pieno ritmo (aiutata dalla forza centrifuga sprigionata da una turbina azionata dall’abat jour sul comodino) con la propria cavalcata da dietro…

I gemiti con i quali Rossano aveva inizialmente accolto quella nuova esperienza sessuale vanno trasformandosi in grida sempre più acute… (e per lei e per tutto il vicinato cominciano ad essere recitati una serie di numeri da giocare su tutte le ruote)

Per evitare che con le proprie grida Rossano possa svegliare gli altri clienti (che in un alberghetto chiamato “Segreti incontri di letto” stanno sicuramente dormendo) , Fiorellino si allunga (che per l’occasione è diventata di silicone) verso il viso dell’uomo ed afferratolo (AFFERRATOLO! come un BARATTO-LO?) per il mento (AHIA!) lo fa girare e comincia a baciarlo…

La lingua di Fiorellino (incomprensibile ai più) nella bocca di Rossano ha l’effetto di mettere la sordina alle grida di lui (e stimolare il vomito, perché no)  e lei può continuare così a possederlo da dietro (con regolare garanzia d’acquisto) senza più alcun timore che le grida di Rossano (il nostro temerario eroe) facciano accorrere tutti gli altri clienti dell’albergo…(che piangono nel frattempo, dalle risate)

Quella cavalcata prosegue per altri venti minuti (di 60 altri giorni differenti) al termine dei quali Fiorellino (ormai anziana) si ferma, esce dal corpo di Rossano (di cui si era impossessata rubandone l’anima) e, sfinita e soddisfatta si getta sul letto… 

“Vieni qua mio adorabile schiavo!!!”, dice Fiorellino rivolta a (?) Rossano , “Forza!!! Stenditi qui di fianco a me!!! Ora se desideri, se il tuo piacere lo richiede, puoi toccarti…!!!” (io spero che in questo momento Rossano sia scoppiato a ridere e abbia mostrato il suo sorriso privo di un incisivo)

“Mmmmmmmhhhhhh…!!! No mia padrona!!! Il mio piacere è già al culmine!!!”, risponde Rossano. (mostrando sulla cartina geografica dove si trovasse Culmine)

“Allora vieni qua tesoro!!! Abbracciamoci stretti ed addormentiamoci così, vicendevolmente soddisfatti!!!” (e stupidamente lieti), dice nuovamente Fiorellino.

E Rossano si lascia a sua volta cadere sul letto rotolando (fino in strada) poi a fianco della propria amante ed abbandonandosi nel suo accogleinte e caldo abbraccio.
(che dirvi? Questa immagine finale è meravigliosa e  vi mando solo un accogleinte e caldo abbraccio anche io)

Sono solo una spiritosona.
Non abbiatene a male.
Rossano si è divertito quanto me.


Saggio pornografico.

1 Nov

Ieri notte mi sono imbattuta in uno dei blog più esilaranti nella storia della scrittura, dall’alfabeto in poi.
Questo sforzo letterario ha catturato così tanto la mia attenzione che si sono fatte le 3 del mattino senza accorgermene.
Riporterò di seguito un racconto tratto da siffatto pruriginoso loco avendo cura di sottolineare le trovate che mi hanno più colpito. Ci tengo a precisare che il seguente racconto è stato scritto con l’intento precipuo di eccitare e di fare letteratura erotica. Il racconto è serio, sono io la stronza che ci ha trovato dentro degli spunti umoristici.
Il racconto si intitola:

ALLIEVO E MAESTRA

Fulgenzio ed Alessandra si incontrarono in chat… (il nome di lui è uno spettacolo, lo so)
Lui si professava un principiante del sesso… (Lo dice anche al bar mentre gli preparano il caffè)
Lei invece era un’autentica maestra nei giochi erotici… Di ogni tipo…Dai più “classici” ai più spinti e “perversi”
(Era andata dal notaio a puntualizzare la cosa chiedendo la redazione di un documento che attestasse la cosa)
Quando, dopo mesi di chat, lei propone a Fulgenzio di andare a cena a casa sua a Fulgenzio non pare vero… (dunque se non ho capito male lui si chiama Fulgenzio e lei vive in un paesino che porta lo stesso nome)
Finalmente conoscerà dal vivo quella donna esperta e vogliosa che da mesi è entrata nella sua mente e nei suoi sogni più nascosti… (anche io non vedo l’ora!)
Una donna al cui pensiero lui si è più volte masturbato con somma soddisfazione… (somma!)
“Sabato sera, a casa mia, alle 20.15.”  scrive “Miciona_Calda_E_Vogliosa”  nome di battaglia di Alessandra.
“Ci sarò!!!”, risponde semplicemente Fulgenzio alias “Pulcinotto_Arrapato”. (Mi raccomando alle 20 e 15 che 5 minuti prima sono in Pakistan a pregare. I nickname non li commentiamo neanche)
Pochi secondi più tardi sul cellulare di Fulgenzio arriva un sms con l’indirizzo di Alessandra e tutte le indicazioni per raggiungere la sua casa. (o alternativamente quello di un ospedale psichiatrico per erotomani nei dintorni)
Il giorno stabilito per l’incontro, puntuale più di un orologio svizzero, Fulgenzio suona al campanello della casa di Alessandra. Si trattava di una palazzina a due piani della quale lei occupava il secondo piano ed i genitori di lei, in quel mese di luglio in Riviera al mare, il primo. (narrazione fresca e veloce)
Quando la porta si apre Fulgenzio, (la porta apre il povero Fulgenzio) vestito con un paio di pantaloni lunghi di lino, color beige, ed una maglietta a girocollo rossa a mezze maniche, si vede davanti un’apparizione…(è Valentino che reclama il rosso della maglietta a girocollo)
Alessandra indossa un vestitino giallo canarino con fiorellini rossi e arancioni, lungo, si fa per dire, fin sopra al ginocchio, ed un paio di infradito nere… (una zingarella insomma)
Il seno di lei si intravedeva nella sua splendida ed appetitosa nudità, attraverso la stoffa del vestitino estivo, leggero e senza maniche… (non bastava dire che l’appetitoso seno si intravedeva, bisognava anche sottolineare attraverso cosa questo portentoso miracolo avveniva)
Fulgenzio porge alla ragazza un cabaret di pasticcini ed un mazzo di rose color albicocca… (come cazzo fa Fulgenzio a tenere tutte quelle cose in equilibrio in mano se ha preso le scale? E mettiamo il caso avesse preso l’ascensore: come ha suonato il campanello e aperto il portone?)

“Ma che carino che seiiiii…!!! Troppo dolce…!!!”, dice Alessandra ricevendo i doni di Fulgenzio, e quindi, “Dai seguimi!!! E’ tutto pronto…!!!” (FULGENZIO! HAI! FATTO! COLPO!!!)
Mentre salgono le scale Fulgenzio intravvede, attraverso il vestito, il profilo di un perizoma… (il nostro eroe ora ha davvero intravvisto troppo, e ricordiamocelo sempre: attraverso il vestito non il binocolo né gli occhi)
Quella visione unita all’ancheggiare della ragazza ed al suo sciabattare (sciabattare?) salendo le scale, eccitano da morire Fulgenzio…
Entrati in casa (specifichiamo per rendere sempre più veloce il racconto) Alessandra conduce il proprio ospite sul balcone dove ha provveduto ad apparecchiare la tavola con piatti, posati ( ? nell’aria non possono fluttuare, comunque) e bicchieri di plastica, più rapidi da gestire del servizio normale… (‘na cosa molto fine, insomma)
Dato il clima quasi torrido di quell’estate pavese, la cena consiste in un’insalata di riso ed in un paio di meloncini con prosciutto crudo…Il tutto innaffiato di vino bianco, rigorosamente fresco anch’esso…
“Lo so che non è un banchetto ma, sai, con questo caldo l’idea di preparare dei piatti tipo pasta con qualche sughetto o altro mi dava i brividi…”, dice, scusandosi, Alessandra. (ma non era meglio se ti dava i brividi visto che c’è tutto ‘sto caldo?)
“Non importa… Anche io in questo periodo mangio solo cibi freschi…!!!”, risponde Fulgenzio. (Fulgenzio sa il fatto suo)
“A proposito… Grazie infinite per i regali… Le rose sono magnifiche… Anche il colore mi piace molto…!!!”, dice Alessandra e dicendo questo allunga un piede nudo fino a sfiorare il cavallo di Fulgenzio. (che era stato tutto il tempo sul balcone a ruminare e a nitrire scalciando gli zoccoli)
Il ragazzo a quel contatto ha uno scatto improvviso (in realtà peta), dato dal piacere.
“Ohilà!!! Ti sto già eccitando, piccolo???”, dice, quasi irridente, Alessandra, aggiungendo poi, “Pensa a quanto ti ecciterò dopo cena Ho in mente tante belle cosine!!!”  (ma cosa cazzo deve irridere con tutte quelle virgole e punti di reticenza, al massimo avrà dato l’idea di una con un ictus in corso)
“Oh sììììììì…!!! Mi ecciti molto tesoro!!!”, risponde Fulgenzio. (immaginate la ridicolaggine nella realtà di uno che pronuncia, in una situazione del genere, un sì con tutte quelle ì)
“Come mi hai chiamata??? Tesoro??? Ma quanto sei dolce!!!”, dice Alessandra. (vabbè..)
La cena all’aperto continua e di pari passo continuano i giochini di piede di Alessandra. (è una partita di calcio, ormai)
Giunti al termine  Alessandra propone: “I pasticcini mangiamoceli in camera da letto, ti va???”
Fulgenzio accetta e, guidato dalla padrona di casa, si lascia condurre in camera da letto..(“guidato dalla padrona” “si lascia condurre” aò, ma vi sbrigate?)
La stanza ha, a prima vista, l’aspetto di quella tipica di un’adolescente… (questo è quello che appare a prima vista, se invece ti concentri diventa un salotto ottocentesco)

Poster di cantanti e attori famosi alle pareti (per le pareti quei cantanti sono molto famosi), quadernetti e diari (tantissimi, tra cui quello della Frank) poggiati sulla scrivania, e sugli scaffali un sacco di romanzi rosa e per adolescenti , la saga completa di “Harry Potter” e di “Twilight” ed altri libri di quel genere. (non ho capito, autrice, vuoi forse dire che la nostra Alessandra sia una bimbaminchia? Ma come ti permetti!)
Solo il letto rivelava il fatto che ad abitarla fosse ormai una donna fatta, di trentacinque anni. (La prima donna al mondo che si droga di anni)
Una donna molto affascinante ed eccitante a parere di Fulgenzio. (Ha appena visto che in camera ha un arsenale di minchiate e questo è il suo primo pensiero interiore)
Entrati in camera Alessandra comincia subito a spogliare l’ospite… (ma come l’ospite? Non abbiamo mica ancora capito come si chiama!)
Lo fa sedere su una sponda del letto e gli sfila i mocassini di cuoio bordeaux… (quante sponde ha un letto?)
Quindi lo fa alzare e gli sbottona i pantaloni…
Abbassata anche la zip glieli lascia cadere ai piedi e (ce l’abbiamo fatta finalmente?), infilata una mano nella patta dei boxer a disegni cachemire (un tocco di stile, insomma), comincia ad accarezzare l’asta, già rigida, di Fulgenzio… (ma fammi il piacere dai, l’asta rigida da cui svetta la bandiera della stupidaggine)
“Mmmmmmmmmmmmmmhhhhhhh…!!! (ma che è, na mucca?) Ce l’hai bello grosso il tuo cetriolo (linguaggio ricercato) caro…!!! Lo vogliooooo!!!”, dice, vogliosamente, Alessandra. ( se avesse detto “Dammelo” la descrizione sarebbe stata ‘na cosa tipo: disse dammelamente Alessandra)
Dopo un paio di altre strizzatine (?) però la giovane donna ritrae la mano (ma perché “ritrae”, si è scottata?) e toglie la maglietta a Fulgenzio…
Levatagliela e gettatala (e piegatala e messala in un angolo della stanzala)  in un angolo della stanza Alessandra spinge sul letto il ragazzo e chinataglisi (ahia!) tra le gambe estrae il membro di lui (o altrimenti di chi?) dai boxer e comincia a lavorarlo sapientemente di bocca e di lingua…
“Mmmmmmmmmmmmmmmhhhhhhh…!!! (miaaaaaaaaaooooo) Godo tesorooooooooo!!! Sei magnificaaaaaaa…!!! Sono tutto tuooooo…!!!”, (ma sta cadendo dal quarto piano?) geme in estasi Fulgenzio.
E lei, fissandolo con la sguardo tipico della dominatrice assoluta (che studi scientifici hanno dimostrato essere quello strabico), continua nel proprio lavoro… (fino al TFR e oltre)
Ogni tanto, quasi o voler ribadire (?) chi comandava, Alessandra gli fece sentire anche i propri denti sulla cappella…
Niente di doloroso… (non vi preoccupate eh.)
Semplici sfioratine (tipo quando ti tolgono un ragno dai capelli) che contribuirono ad eccitare ulteriormente Fulgenzio…
Alessandra riuscì a gestire l’orgasmo del proprio compagno di giochi per più di venti minuti (attraverso un elaborato comizio di respiro umanitario sulla mancanza dei tappetini da doccia nel terzo mondo) ma poi decise che era ora di godersi il suo caldo succo e, aiutandosi con la mano destra, se lo fece venire dritto in gola…!!! (aaaah, ecco a cosa servono le mani!) “Davvero buono il tuo succo, ragazzino!!!”, gli dice lei. (La donna del Monte ha parlato!)
Quindi, finito di bere il liquido lattiginoso, caldo e denso di Fulgenzio (non di Mario il lattaio?), Alessandra gli dice: “Ed ora ragazzo tocca a te…!!! Prima di tutto spogliami…!!!”
La voglia di succhiare l’uccello di Fulgenzio era stata così repentina in Alessandra che non si era levata il vestitino estivo…  (estivo, specifichiamo!)  Fulgenzio inizia a spogliare Alessandra… (prendetevela pure comoda che tanto noi siamo qui a leggere come degli stronzi) Prima di tutto le abbassa la zip del vestito posizionata sulla schiena (maddai, ma che palleeeee!)  poco sotto le scapole nude di lei… Fatto ciò le fa cadere le spalline del vestito in modo che, così, l’intero vestito (ma – clamorosamente resta incuneato in un’escrescenza aliena di Alessandra che in realtà è un Terminator), cada a terra…
A questo punto Fulgenzio può ammirare, nella loro pienezza, i seni quarta misura di Alessandra, sodi ed alti, ed il perizoma di pizzo nero… (4 misura i seni alti? E Newton?)
Fulgenzio fa per avvicinare la propria bocca al seno di lei (a rallentatore) ma Alessandra si sposta dicendogli: “Nooooooo…!!!  Non voglio che mi lecchi le tette…!!! Non ancora…!!! Voglio che mi lecchi la topina… Da dietro…!!!” (neanche una prostituta dipendente dall’eroina dal ’92 ha un modo di esprimersi così stupido e ridicolo)
Così dicendo Alessandra si gira verso il letto (sempre a rallentatore), dando la schiena al ragazzo e, appoggiatasi sugli avanbracci (sì vabbè… e posizionato poi il deretano in direzione speculare alla Mecca), si mette a novanta (90°) spalancando le gambe… (apriti Sesamo!)
A questo punto Fulgenzio le cala il perizoma e si china tra le gambe snelle e atletiche da ballerina (fa sport o balla? deciditi), di Alessandra. (pensavamo di un’altra entrata a sorpresa in questa meravigliosa situazione)
Mentre Fulgenzio inizia a svolgere il proprio compito Alessandra scarta le paste trovando un cabaret pieno di cannoncini alla crema chantilly e bignè, metà alla panna e metà al cioccolato.
Afferrato uno dei cannoncini se lo porta alle labbra. (a questo punto, quali?)
Vedendo, in una brevissima pausa dal proprio arrapantissimo lavoro di bocca, Alessandra succhiare il cannoncino con golosità, Fulgenzio non resiste più… (in realtà ha pensato “sta puttana sta mangiando tutti i miei pasticcini”)
Avendo visto, (“avendo visto” mabbaffanculo va) mentre si chinava (a rallentatore, sempre, ricordiamolo) per leccarla tra le cosce, che il buchino posteriore di lei era dilatato e voglioso, Fulgenzio si sfila, ancora da inginocchiato, i boxer e poi, con un movimento fulmineo si rialza piazzandosi tra le gambe di Alessandra… (movimenti fulminei e fasi concitate affossate in una miriade devastante di virgole)
“Ma cosa…???”, (ma cosa, cosa?) bofonchia (questo verbo non ha senso in questa frase) Alessandra ancora con il pasticcino, ormai fradicio di saliva, in bocca. (“fradicio di saliva”)
“Non è niente tesoro… Continua a goderti il tuo cannoncino… Intanto io ed il mio cannoncino personale ci godiamo il tuo fantastico culetto…!!!”,(una frase pregna di ironia e umorismo che Woody Allen vai proprio a raccogliere le arance a Giugno) le dice Fulgenzio. (pensavamo Tarcisio)
Dopo essersi leccato due dita (scegliendole accuratamente tra il primo e l’ultimo della mano), con un gesto rapido ed improvviso, penetra nell’ano di Alessandra. (un fulmine a ciel sereno!)
La giovane donna se ne esce con un urletto (e sbatte la porta), sempre strozzato dal cannoncino che le riempie la bocca vogliosa. (ricordiamo che il cannoncino è ancora fradicio di saliva da ormai due paragrafi)
“Calma, cavallina in calore… Sono ancora solo le mie dita che ti stanno penetrando.. (lui è veramente preciso nelle sue descrizioni). Il mio uccello ti penetrerà tra poco…!!!”,(dopo la pubblicità) le dice Fulgenzio e, dopo averle lubrificato un altro po’ il buchetto posteriore con le dita, la afferra per i fianchi e, con pochi colpi decisi, le infila il proprio pene (non quello di qualcun altro caduto dal cielo per l’occasione?) nel sedere…
“La senti la differenza tra prima ed adesso, bambina??? Questo è il mio cannoncino di carne!!!”, dice il ragazzo che già comincia ad eccitarsi. (quindi lui si eccita dopo la penetrazione anale, ma certamente)
Vista la sua inesperienza in certe cose la cavalcata di Fulgenzio dura pochi minuti. (nooo Fulgenzio, facevamo tutti il tifo per te)
Al termine dei quali (entra una delegazione del Vaticano che applaude tristemente la cosa) viene copiosamente dentro il culetto di Alessandra. (ah no, niente delegazione 😦 )
Finita la cavalcata da dietro Fulgenzio fa girare (molto lentamente) la propria compagna di giochi sessuali e la fa sdraiare sulla schiena. (tutto questo si svolge nel lasso di tempo di 10 minuti, per creare la suspence)
A questo punto afferra (che forza bruta!) un bignè tra quelli alla panna e, datogli un morso dove lui sapeva esserci la farcitura (lui è veramente un uomo dalle mille risorse), lascia che la panna del bignè coli sul corpo nudo di Alessandra…
Sui suoi seni, sul suo ventre e sulla sua patatina… (quanta panna c’è dentro un bignè? Due litri?)
Quindi riappoggiato sul vassoio l’involucro ormai vuoto della pasta ( descrizione necessaria), comincia a leccare la crema dal corpo della giovane donna…
Arrivato alla patatina di Alessandra (dopo un lungo viaggio), Fulgenzio vi appoggia le labbra aperte ed estratta la lingua (estratta la lingua, con una pinza) comincia a leccare quella parte sensibilissima ed eccitabilissima del corpo di lei. (il cuoio capelluto) “Mmmmmggggghhhhhh…!!!”, geme lei, “E chi lo sapeva che eri così bravo?!?!?!” ( “SPATATRACK” risponde lui gemendo) Fulgenzio, ridendo sotto i baffi (maddai, Fulgenzio ha i baffi? Ma che figo sei Fulgè?!) , continua nel proprio lavoro di bocca e lingua fino a sentire l’orgasmo della giovane donna esplodergli in bocca. (e muore accasciato a terra col cranio spappolato, voglio sperare)
L’orgasmo di Alessandra dura parecchi minuti (dopo le previsioni del tempo) e Fulgenzio non se ne perde un solo istante…(gustando dei popcorn misti a cannoncini)
Alla fine Fulgenzio si rialza dalla propria postazione (e chiama il comandante dell’aereo) e si lascia cadere sul letto al fianco di Alessandra. (deceduta dall’inizio della storia)
Fattala voltare verso di sé (con l’aiuto di un braccio meccanico sceso rumorosamente dal soffitto) l’abbraccia stretta, stretta, venendone ricambiato.
Così avvinghiati l’uno all’altra i due cominciano a scambiarsi dolcissimi baci ed a rotolare nel letto a due piazze coperto unicamente da una parure di lenzuola di lino color verde smeraldo. ( e briciole di cannoncini e panna sciolta)
Rotolando così abbracciati Fulgenzio scivola dentro il corpo caldo ed accogliente di Alessandra dando vita ad un atto amoroso che ha tutti i crismi di una danza di coppia. (CRISMI LICIA)
Danza che culmina, per i due, in un sonno profondo ed appagato fino all’alba della domenica. (delle Palme)
Alba che, spuntando, li trova ancora teneramente abbracciati. (io avrei scritto “Alba che sputando”)
THE END
L’originale è divertente anche senza il mio commento, ma non vi nego che sono così megalomane da aver sghignazzato tutto il tempo mentre scrivevo questi commenti cazzoni. Spero che vi siate divertiti e che l’autore non se la prenda. Se vi aggrada la mia esegesi pornografica posso sempre continuare con questi saggi deliziosamente intellettuali.
Buona festa di OGNISSANTI.




All’avventura!

4 Set

Di comune accordo con ciò che rimane dei miei arti inferiori, della mia schiena, delle mie corde vocali (quand’ero piccola pensavo si dicesse “evocali”) e del mio già ammalato stomaco ecco a voi: una sgangherata cronistoria della mia gitarella in quel di Ragusa per il concerto di – sua maestà – Caparezza con l’ “Eretico Tour”.
Che fossi già equipaggiata di ogni sorta di fastidio fisico da chissà quanti giorni ormai è cosa nota, ma nonostante ciò ho deciso di portare il mio zainetto delle superiori dove ho ficcato con la perizia di un armadillo cieco: tovagliolini, panini che non avrei poi mai mangiato e bottiglie d’acqua di ogni dimensione.
Mi reco così davanti il teatro cittadino a grondare i miei primi millilitri di sudore.
Vedo arrivare all’orizzonte il mio accompagnatore e comincio poco dopo a lamentarmi apertamente per ogni cosa: dal finestrino dell’auto che non si apre bene, al fatto che l’autoradio non legga la mia chiavetta usb che m’ero premurata di farcire di musica che mi piace ascoltare in macchina.
Nonostante ciò, mi autoproclamo un’ottima compagna di viaggio perché dispersi dietro alla voce robotico-muliebre del navigatore satellitare ci siamo comunque fatti delle goderecce risate mentre accanto a noi sfilavano quiete le più pittoresche e sconosciute cittadine sicule.
Unico neo stradale è il tentato pluri omicidio da parte di un coglione in BMW sulla superstrada per Ragusa. Costui sostava su una piazzola risucchiato da una gigantesca nube bianca proveniente dal motore (c’è qualcosa di più godurioso di vedere fondere un tamarrissimo BMW?) al sopraggiungere della nostra macchina, questo figlio della madre di tutti, si immette sulla strada davanti a noi risucchiandoci nella stessa nube biancastra: VISIONE COMPLETAMENTE ANNULLATA, ERNOME CAMION DIETRO, BESTEMMIE, MORTE.
Comincio molto tranquillamente ad incitare Antonio di suonare il clacson o quantomeno buttare giù quest’animale dalla scarpata. Non mi ha dato ascolto, ma per una fortuna che non mi riconosco, il bifolco alla guida del BMW fuso capisce la gravità della cosa e si mette scapestratamente di nuovo  da parte. Lo saluta un mio ” VAFFANCULO PAZZO COGLIONE” delicatamente urlatogli.
Com’è come non è arriviamo a destinazione. Davanti lo stadio ci sono già venditori ambulanti di magliettine tarocche caparezziane, uno dei venditori mi arpiona subito: “La vuoi una magliettina?” ed io già preoccupata per la fila davanti i cancelli gli rispondo distrattamente “Devo sudare anche quella?”.
La fauna umana che ci ritroviamo davanti io ed il silente Antonio è pressoché detestabile: un’orda di lampanti bimbiminchia abbronzati come stronzi essicati al sole e molesti, spintonanti, e cicaleggianti. Praticamente il popolino che Caparezza sfotte nelle sue canzoni.
Siamo rimasti ben 4 ore fermi in fila con lo spazio l’un tra l’altro di 20 cm. Uno schifo. Neanche a dirvelo ho litigato con 4 bulle che avevo dietro, e ho vinto io. Le ho spente come un fornello.
4 ore dopo insomma avevo perso l’uso delle gambe e della schiena, ma siamo riusciti correndo, ad arrivare in seconda fila, dove abbiamo aspettato nella stessa situazione di poco prima, per un’altra ora e mezza.
Lì poi mi sono scalmanata a fare la buffona perché mi stavo annoiando ed ho preso in giro gente seduta per terra in mezzo alla folla per 45 minuti. Antonio dopo un po’, cede. Mi dice che ci saremmo rivisti o sotto a quel palo o in macchina. Resto sola e mi tramuto in una specie di giocatrice di rugby pronta alla guerra.
Capa appare, mi emoziono in un modo che solo adesso capisco, e mi ritrovo nel bel mezzo di una mandria di bufali che mi spintonano avanti dietro sopra sotto. Sono rimasta sotto il palco credo per appena 30 minuti. Il tempo necessario per riprendere sgangheratamente qualcosa, godere in silenzio, e vedere un tizio ubriaco fradicio venirmi addosso, impazzire, e gridare: “No capa capa ti prego devi avere qualcosa di mio, voglio che tu abbia il mio orologio” Si toglie questo orologio di merda e lo lancia sul palco. Superfail che mi sono goduta con un’espressione immobile e tanta tanta tanta sprezzante compassione. E cioè, questa :  -_-
All’ennesimo tsunami umano, ormai completamente “fatta” di sudore altrui, mi apro un varco nella folla a colpi di: “Levatevi porco demonio, mi sento male, vi vomito addosso” e arrivo nelle retrovie tranquille, dove ci sono carabinieri che osservano placidamente divertiti gente che piscia in lontananza. Vado a comprarmi subito dell’acqua, ma il tizio che la vende me la dà gratis perché mi vede bianca in volto e totalmente sfatta. Me la bevo come una tossica seduta da sola, appoggiata alla rete della porta (eravamo in uno stadio, ve l’ho detto). Mi sono sentita male doppiamente perché quell’acqua fresca nel mio stomaco malandato e digiuno mi ha causato nausea e voglia di morire. Così ho scattato questa foto in lontananza
dandomi poi dell’assoluta sfigata perché quei canguri decerebrati in fondo stavano godendosi uno dei miei cantanti preferiti. Ho continuato poi a girovagare guardando in lontananza la sua ricciuta testa ballonzolare al ritmo di canzoni che conoscevo a memoria. Nel frattempo il concerto è finito e mi sono recata furbescamente al lato del parco dove c’erano già 4 13enni credo, con dei pass scintillanti. Ho visto chi glieli ha dati, ho chiesto se ne avesse uno in più per me e mi è stato detto di no. Da quel momento in poi ho fatto l’agitatrice sociale fino a fare insultare le 4 raccomandate di questa minchia. Il risultato è stato che Caparezza poi è uscito e mi ha scoglionata definitivamente perché facendo un gesto plateale con la mano ha invitato tutti ad andare dall’altra parte del palco per gli autografi, mettendomela praticamente nel metaforico culo. Ho visto questa mandria di suini sudati correre dell’altra parte e lampeggiare davanti ai miei occhi la scritta non ce la posso fare. Così sono rimasta sola come una merda a fare video di merda che riassumessero tutta la merda, come questo:

Quel “noo” con la voce di una malata terminale è ovviamente il mio, perché volevo fare una foto ed invece come nella più classica delle tradizioni è partito il video! Notate anche un tizio tranquillamente sdraiato per terra.

Insomma dopodiché ce ne torniamo a casa capendo finalmente cosa possa essere l’inferno in terra: guidare per 2 ore e mezza per stradine pseudo di campagna nell’entroterra siciliano. Volpi, ratti e tanti vaffanculoantò che cazzo la pigli di quarta sta curva?
Alle 3 e 35 ho fatto il vialetto che porta a casa mia come se mi fosse esplosa una granata sulla faccia ed i pezzi mi si fossero conficcati in tutto il corpo. Mi sono gettata sul letto e prima di cadere in un profondissimo sonno, ho visto la faccia di Caparezza che ha sorriso per un attimo verso al pubblico. Ovviamente a me.
Adesso qui di seguito vi beccate un montaggio video che ho fatto cercando di eliminare le parti dove mi picchiavano, ma non credo ci sia riuscita. Queste sono le parti del concerto che mi sono goduta, poi come ho testè raccontato sono morta. Il video è divertente perché documenta la mia aggressione da parte dei bufali tamarri.

Al 00:09 sentirete un “vaaaai michele” che mi sono lasciata sfuggire per distinguermi da quella massa di corpi sudati. Non avevo capito che sotto Babbo Natale non c’era Caparezza. FAIL.

Al 00:38 avevo già bestemmiato, ma non ho mollato.

Al 00:58 non ho capito più nulla, a parte che avessi ancora la telecamera in mano.

Al 01:04 desisto e si sente distintamente un mio “vabbè va, vaffanculo” convincendomi che non fosse il caso di fare riprese.

Al 1:23 qualcuno griderà “WIKIPEDIA” ed è un perché che resterà per sempre irrisolto.

Al 2:29 ci sono scene di nudo a caso, ed il fatto che io abbia abbassato la telecamera è da ricondursi soltanto al fatto che stavo per morire.

Ma il momento clou arriva al 2:41 quando ormai esanime grido un crescente: “AAAHIAAAAAAAAA” ancora adesso ne rido.  Ma come cazzo sarebbe mai potuto essere che nessuno m’avrebbe toccata o spintonata in un bordello del genere? Eppure non ho fatto altro che sgridarli in continuazione!

Al 3:24 mi si sente dire “non lo trovo” perché mi sono tanto impegnata a spintonare l’ingellato davanti che non trovavo più Caparezza sul palco.

Al 3:50 ho fatto delle riprese discrete perché mi ero fatta spazio a colpi di pugni sui fianchi “accidentali”, ma sarebbe durata poco.

Al 4:38 quello che vedete non è un effetto figo di campo scuro con voce fuoricampo, ma io che ormai zombie avevo persino dimenticato di togliere il tappo dall’obiettivo della telecamera. E lo dico pure “Sììì COL TAPPO!” Per il resto potete godere di una geniale caparezziana gag.